Il paesaggio della letteratura.

Testo e fotografia Vincenzo Battista.

«…Quella catena di promontori e di golfi lunati dava l’immagine d’un
proseguimento di offerte, poiché ciascun seno recava un tesoro cereale. Le ginestre spandevano per tutta la costa un manto aureo. Da ogni cespo saliva una nube densa di effluvio, come da un turibolo. L’aria respirata
deliziava come un sorso d’elisir.»
(Gabriele D’Annunzio da ” Il Trionfo della morte).

Un casolare, chiamato oggi eremo dannunziano, ma un tempo casa colonica su uno sperone di tufo che sovrastava la strada brecciata percorsa dai carri agricoli e dai contadini. Fu costruito agli inizi dell’Ottocento nella contrada delle Portelle, comune di San Vito Chietino. Giù fino al mare le baie, la spiaggia di ciottoli e ancorato sulle rocce sporgenti il trabocco Turchino citato da D’Annunzio. Nell’estate del 1889 nella casa colonica Gabriele D’Annunzio trascorse lunghi periodi, dal 23 luglio al 22 settembre 1889. Non era solo, con lui Barbara Leoni, la “bella romana” così chiamata. L’ambito geografico incontaminato e selvaggio entrò nel romanzo il “Trionfo della Morte”, ultimo della trilogia “Romanzi della Rosa, che seguì “Il piacere” e “ L’innocente”. La casa rurale a quel tempo venne presa in affitto da D’Annunzio con la mediazione di Francesco Paolo Michetti che si rivolse alla famiglia del massaro Nicola di Sciampagna, citato questo nel Libro III del Trionfo della Morte. Con D’annunzio soggiorno quindi Barbara Leoni, “ Barbarella”, che aveva sposato molto tempo prima il conte Ercole Leoni.

D’annunzio scriveva a Barbara:

«Parto ora da Francavilla, sono stato stamani in San Vito, con Ciccillo (F. P. Michetti). Oh, amor mio, che nido strano e meraviglioso! Bisognerà che sii molto paziente, perché ogni comodo della vita mancherà…».

Barbara Leoni, morta nel 1949, fu sepolta al cimitero del Verano. Il corpo successivamente fu riesumato e sepolto sotto una lapide nel giardino della casa colonica delle Portelle con i seguenti versi: “Barbarae Leoni / Siste! / Sub hisa saxis / sunt ossa / frementia amore: / hic / ubi amore arsit / Barbarae rursut / adest.