Testo e fotografia Vincenzo Battista.

Portaferiti nella guerra del ’15 – ’18, analfabeta, ha imparato nel fronte bellico a leggere su un libro che insegnava a curare con le erbe selvatiche. A Campotosto e Mascioni veniva chiamato ” Ju Lupe”, curava gli uomini e gli animali, fabbricava medicine e aveva creato un ufficio postale per le persone del paese. Visitava a casa gli anziani e li guariva, raccontano. Il medico che qualche volta veniva nei paesi lo fece arrestare, perché invece di chiamare lui, chiamavano “Ju Lupe”. Quando si costruirono i binari che servivano per l’estrazione delle torba di Campotosto, lui andò lì, stacco i binari dal suolo: lo arrestarono di nuovo. Ci fu una rivolta popolare per liberarlo, suonarono le campane, i contadini con i forconi si misero in marcia, gli squilli di trombe radunarono la comunità dei paesi e ci fu una vera e propria sommossa popolare nel cantiere. Fu liberato. Raccoglieva le erbe selvatiche dove non batteva il sole, nei luoghi che solo lui conosceva, le faceva seccare e poi preparava gli infusi per ogni malattia.