C’era una volta il partito delle persone umili…

” I cento anni” nel “Funerali di Togliatti”.

Testo e fotografia Vincenzo Battista.

Taglienti le figure, e sembrano quasi fendenti inferti, forse ispirate a un grande cartone preparatorio per l’affresco, ma ritagliate invece nel dettaglio come carte giapponesi, del pantheon celebrativo, nella genesi dei grandi del ‘900, nelle quali sagome non c’è la grande bellezza dell’opera d’arte, ma mute icone in un collage. Montate fino a ruotare, un puzzle taumaturgico, antropologico con i personaggi di una narrazione antologica più che un quadro realista, quasi tutti soggetti inespressivi, assorti e pensierosi, spossati e penitenti, che s’incontrano intorno alla corona di rose che cingono il profilo di Togliatti, l’uomo che fece del Partito comunista un grande partito di massa, e questo è il suo funerale, quasi alla maniera di Chagall in un sogno, onirico : tutti così distanti quei personaggi ma vicini anacronisticamente… Lenin, Antonio Gramsci ed Enrico Berlinguer, Nilde Iotti, papà Cervi, Stalin e Brezhnev, ma anche Neruda, Picasso solo per citarne alcuni, oltre che contadini, operai, impiegati e quell’anziana donna, icona chiaroscurale nel tono cromatico di un terra d’ombra, dal volto scavato per la fatica e il dolore con il copricapo nero, sola, scampata forse alla strage della Ginestra, evocata da Sciascia: “Le facce come dissepolte da un silenzio di secoli…”, che risale il suo tempo da Verga e la Sicilia della schiavitù senza giustizia: Narcisa, annienta l’amore grida contro il suo tempo, e la violenza delle convenzioni sociali e il perbenismo borghese. Non c’è niente che richiami la bellezza dell’iconografia dei linguaggi visivi dell’opera, ma piuttosto la spiritualità, laica. Lì convergono i diritti invocati e attesi, negati e vilipesi, nel quadro appunto epistolario collettivo, nel suo espressionismo fuori dagli schemi di un Guttuso libero neo-realista, proprio lì tra la gente, le bandiere rosse e l’impegno civile irricevibile, questo, oggi, disperso adesso, la partecipazione messaggio non pervenuto. Non possiamo far altro che raccontarlo attraverso l’opera d’arte, la sua lettura con tutti i suoi variegati connotati sociali dialoganti: è la maledizione del web, la mantide internet e l’algoritmo che uccide tutti i suoi miti e, davanti a quest’opera d’arte comunque la pensiamo, a noi non resta che parlare di preistoria…Le immagini.“Funerali di Togliatti”, dipinto realizzato nel 1972 da Renato Guttuso (1911 – 1987). Museo d’arte moderna di Bologna. Colori acrilici e collage su carta applicata a quattro pannelli di legno 340 x 440.