Testo e fotografia Vincenzo Battista.

In viaggio con Luigino Barbari.

Sentieri e piste poco battute, i dislivelli e pendenze oltre gli ottocento metri, e le fosse, i picchi calcarei, da attraversare, tracciati sconosciuti e poco battuti a Nord del massiccio del Sirente. Il paesaggio si prepara alla bufera. Secinaro, la chiesa di Santa Maria della Consolazione con il suo affresco divinatorio degli ex voto, si entra a sud del borgo nelle piste sterrate tra radure e macchie di vegetazione nei piani carsici delle Pagliare di Fontecchio. Ancora dislivelli, una volpe improvvisamente ci attraversa la via con una lunga coda che si muove e avvolge il suo corpo, si prosegue fino alle quote che sovrastano la chiesa della SS. Trinità (impianto tardo cinquecentesco) con il pane propiziatorio distribuito, le “panette”, augurali, a tutela dei campi agrari delle alte terre su questa dorsale della valle dell’Aterno. Il grano e il pane del buon auspicio. Il bosco di roverelle, carpino, faggio, orniello. Il pascolo dei bovini nella piana di Iano che fronteggia la parete dolomitica a Nord del Sirente. Le rose selvatiche, le sanguinelle e i cornioli sono i cespugli lungo la via battuta che percorriamo.