Testo e fotografia Vincenzo Battista.

Bologna. Palazzo De’ Toschi.

La tensione delle forme nelle assenze, il processo in divenire, la ricerca: gravità intesa come forza, la percezione minuta in Bettina Buck. I materiali impiegati comuni, industriali entrano a far parte dei “gesti” del quotidiano. Ironia e sovvertimento delle forme, piegamento di queste nelle allusioni del tempo. La scultura cede, non si altera, racconta la gravità. Le sculture impreviste sono lì, materiali che non immaginiamo si compenetrano, l’opera d’arte è annientata ma risorge dentro la provocazione e il suo superamento strutturale che si avvolge di un linguaggio onirico che rimanda… ci circonda nel nostro tempo.