Testo e fotografia Vincenzo Battista.

Sulle quote altimetriche, oltre i 1500 metri (dove ci troviamo), gli orapi dal nome botanico Chenopodium bonus-henricus (olaci chiamati da queste parti) – verdura / spinaci selvatici – di notevole pregio alimentare, sono ancora presenti tra la vegetazione bassa e sparsa, nel mese di ottobre (una rarità), soprattutto dentro i recinti in pietra a secco degli stazzi di altura. La mandria di ovini, dentro il perimetro in pietre difensivo, concima il suolo e permette la nascita e la riproduzione della pianta selvatica che ogni anno, raggiunge, nel mesi di maggio e giugno, la sua massima qualità organolettica appunto di questa specie erbacea perenne chiamata “del freddo”, nel suo gusto e negli organi di senso in definitiva nella cottura. Le piogge prima, l’umidità e il clima favorevole in questo periodo hanno consentito la riproduzione della specie giunta fino al mese di ottobre. In cucina gli olaci ( lavati, bolliti e soffriti con aglio) si cucinano poi con pasta rustica preparata a mano (uova e farina), crema di pecorino, ricotta di pecora, guanciale e pepe.