Testo e fotografia Vincenzo Battista.

Il Sarcofago “Grande Ludovisi”. Palazzo Altemps a Roma. Alto 1,53 m., largo 2,73 m. e profondo 1,37 m.

I barbari sono i protagonisti della loro sconfitta e sottomissione all’Impero Romano. Il sarcofago che li rappresenta è datato tra la seconda metà del II e la prima metà del III secolo d. C. (rinvenuto nel 1621, Porta Tiburtina, Roma). Il blocco marmoreo unico per dimensioni nei reperti archeologici della cultura romana, policromo (ancora si rinvengono tracce di doratura e di cromia), ci fornisce una serie di elementi conoscitivi sugli scontri tra le legioni e i barbari: dall’abbigliamento in guerra degli opposti schieramenti, alle armi e alla plasticità dei corpi resi in un moto estremamente dinamico. A questo proposito mentre i volti dei centurioni appaiono a tratti compiaciuti e rilassati nell’azione del massacro dei corpi, viceversa i volti dei barbari rivelano raccapriccio e orrore per il destino a cui vanno incontro. Tutto questo si evince nella morfologia dei visi. I soldati romani nel groviglio dei corpi sono predominanti. Il sarcofago evidenzia il defunto onorato reso protagonista di tanto sfarzo compositivo plastico, poiché è collocato al centro del registro. Forze un generale che scende dal cavallo e si unisce al campo dei combattimenti corpo a corpo della legione, appunto, che vede soccombenti i barbari nella scenica e compatta allegoria del trionfo. Il personaggio alza il braccio destro in segno di comando e allarga il palmo della mano. Cavalieri e fanti sono ben disposti nella scultura in altorilievo che crea un equilibrio compositivo nei pieni e nei vuoti e soprattutto nella luce che dà risalto alle forme. La vittoria è imminente. I barbari sono caduti, feriti, la plasticità morbida del marmo nel pannello lascia intravedere i ruoli ben definiti nello scontro. La fisionomia dei barbari: la nudità, i capelli scarmigliati, i baffi, i volti cruenti e truci ma sofferenti nella morte imminente, vestiti di ampli pantaloni, tunica, mantello e pileo. Mentre i legionari dell’esercito romano appaiono eleganti, apparentemente disinvolti, con lo sguardo fiero e tranquillo, alcuni a cavallo nell’assalto. Il messaggio che traspare: il defunto ha compiuto il sui dovere salvaguardando l’integrità del suo esercito in guerra in uno scontro cruento ma vittorioso.