Testo e fotografia Vincenzo Battista.

Seconda metà del XV secolo. Vetri policromi di fusione legati in piombo. Museo MuNda L’Aquila. Provenienza Chiesa di San Flaviano.

Il vetro, la silice (SiO2, biossido di silicio), con impasto di sabbia silicea insieme ad altri materiali, tra cui probabilmente la cenere di legno, costituivano i materiali iniziali per la composizione della vetrata. Il colore, steso con il pennello – visibile nei toni chiaroscurali nell’immagine di papa Celestino V – e in tutti i suoi particolari, determina la morbidezza degli stessi toni in ragione della luce che doveva illuminare la vetrata dall’esterno. I colori composti in ossidi di metallo pigmentati mescolati con il vetro in polvere e gomma arabica. Dopo la stesura del colore, la cottura la forno a una temperatura di circa 700°: il colore si fondeva, il pigmento si scioglieva e si stendeva sulla superficie in un unico corpo. I listelli cromatici, infine, venivano composti e legati dal piombo. Nell’atto benedicente, collocato in un abside, con l’aureola del “sacrificio”, la tiara papale, l’elegante abito, papa Celestino V sorregge e mostra la città dell’Aquila nell’atto di un “fermo immagine”: protezione contro le avversità, gli accadimenti e le calamità del tempo.