Testo e fotografia Vincenzo Battista.

Incipit della fiaba. Dall’Altopiano di Navelli alla città dell’Aquila: la novella dello zafferano.

Arrivò infine il calabrone, senza curarsi di niente e nessuno prima girò intorno e poi s’infilò dentro il fiore di zafferano: aveva una missione… Fino all’Altopiano di Navelli, per territori sconosciuti, aveva viaggiato per essere lì, in questa stagione autunnale del misterioso fiore di zafferano che sboccia d’incanto, dentro questo luogo magico di pietra e terre secche che il paesaggio partorisce. Il calabrone dunque entrò senza chiedere permesso all’interno della corona dai petali viola, strofinò le zampe sul polline che era dovunque, tocco gli stami ( le giallette così chiamate dai contadini), si arrampicò sugli stimmi rossi di zafferano e poi, dopo aver ancora danzato e danzato, prese la direzione della città dell’Aquila: aveva una missione…