Il cibo che viene dal Medioevo.

Testo e fotografia Vincenzo Battista.

Bologna, pergamena del 1112: nel testo le tracce della preparazione dei tortellini; ancora in una Bolla di papa Alessandro III del 1169, fino alla Novella del Boccaccio, Decamerone. Ma le prime ricette dei tortellini risalgono al XIV secolo, che dettagliano il ripieno di carne, il taglio della sfoglia di farina e uova, la forma quadrata e poi ripiegata, la sagomatura e le modalità di avvolgere il prodotto finito tra le dita. Il ripieno dei tortellini è costituito da lombo di maiale, prosciutto crudo, mortadella di Bologna, parmigiano reggiano, uova e noce moscata. I tortellini vanno mangiati nel brodo di carne di manzo, cappone o gallina. La sfoglia di farina e uova fresche deve avere uno spessore, secondo il disciplinare, di 6/10 mm. I tortellini non si devono cuocere nell’acqua, ma nel brodo e sono detti “L’ombelico del mondo” secondo le leggende e i miti popolari. Nelle cucine povere si elaboravano e creavano i tortellini, con la carne riciclata dai pasti nei banchetti dei ricchi proprietari feudali, nobili e latifondisti delle terre emiliane.