Il drago delle conche aquilane. E che la battaglia abbia inizio… (Prima di tre parte).

Testo e fotografia di Vincenzo Battista.

“ San Michele ha una storia umana… è un Arcangelo che ha combattuto il demonio. Lo diceva anche mio padre Daniele Cassiani che è morto a 99 anni”. “ La storia umana” dice, poiché tanto è presente nell’immaginario collettivo di questo territorio, che quell’Arcangelo lo potremmo incontrare mentre si prepara all’investitura a cavaliere di elmo, corazza e la sua spada non di ferro ma di luce, si aggira al tramonto tra falesie, forre e anfratti del bosco alla ricerca del drago, per dare battaglia, continua, incessante, senza tregua, poiché il male non muore mai… Contrada “Sant’Agnera”, un chilometro circa a Nord- Ovest dell’abitato di Bominaco. Davanti alla grotta di S. Michele Arcangelo, a quota 1006 metri, Arcangelo Cassiani, classe 1915, “ accende” il grande schermo della parete rocciosa, come in una sorta di “Giudizio” della Sistina, legge e indica i segni della lotta tra il bene e il male che si rincorrono, si scontrano, si aggrovigliano, poi i fori e le fessure aperte della spada infuocata: “ Eccole – dice e con il braccio le indica – il duello e i corpi nella lotta”. Sulla falesia si distanziano, si “vedono”, per poi riprendere lo scontro, il duello di questa parete resa animata, “umana”, ma onirica nella visione narrativa, nell’affabulazione nelle radici del mito. San Michele Arcangelo resta lì sul torrione carsico, la sua impronta, lì, infine, si erge, ha combattuto secondo l’antica eredità lasciata dalle leggende epiche mai estinte nella cultura popolare di Bominaco. La lotta continua. San Michele Arcangelo contro il “dragone” dicono i fedeli, che intanto si avvicinano, toccano la parete a strapiombo sull’ingresso della grotta, la falesia. Con le mani rintracciano le impronte dei piedi del diavolo e di San Michele sulla roccia. Con i gesti seguono il “percorso” dello scontro, commentano tra loro, ricostruiscono i momenti cruciali, fino alla grande apertura sulla roccia che segna l’epilogo del combattimento: San Michele ha avuto ragione sul male, con un calcio è riuscito a penetrare nella grotta. Il drago è sconfitto. Fuori resta una grande impronta, è del demonio, che non è riuscito a entrare nella cavità: è protezione, luogo franco, comunione con il bene, rifugio simbolico, sito di culto e preghiera, punto di confluenza delle attese umane, sede privilegiata dell’incontro tra l’uomo e l’entità soprannaturale così come nel solco della storia dell’umanità, ma ancora oggi, qui.

Le immagini.

La processione, la grotta, il culto di San Michele Arcangelo a Bominaco.