Testo e fotografia Vincenzo Battista.

Tolto da un’importante museo della città dell’Aquila, dopo sollecitazioni e pressioni da parte di potentati “feudali” del borgo, il gruppo scultoreo ligneo e dipinto ” Madonna con il Bambino” che sorreggeva, Maria appunto, quasi a mostrarla, la sfera (pomo) simbolo di perfezione, prosperità, fecondità, bellezza, e unione – Rinascimento maturo – è stato riconsegnato e collocato nella chiesa di un paese del Gran Sasso d’Italia. In un luogo abitato da pochissime unità, abbandonato e spopolato a seguito del sisma (2009) che ha causato ingenti danni – evidenti i puntelli della messa in sicurezza ancora presenti – con la ricostruzione degli edifici del centro storico mai partita ( si stima probabilmente ancora 15- 20 anni ) a far data ad oggi. L’edificio religioso che accoglie la scultura (adesso muta testimonianza e non più “dialogante” con i visitatori del museo) è, nel suo interno dell’impianto religioso, una sorta di simulacro vuoto, apparente, metafisico. Intorno il paese destrutturato, una forma estetica la chiesa di un improbabile culto e sito incerto nella visitazione dei beni culturali che il gruppo statuario rappresenta come simbolo. La scultura è tornata in un contesto stridente, nonostante queste condizioni appena descritte, in spregio tra l’altro alla fruizione collettiva sottratta a un luogo – museo della città capoluogo frequentato e oggetto di studi tematici, che raccoglie tra l’altro e documenta infine la storia della scultura lignea diffusa in Abruzzo.