Il paesaggio montano segnato dal mito. Gran Sasso d’Italia.

Testo e fotografia di Vincenzo Battista.

Il paesaggio antropico del Gran Sasso, nelle forme di insediamento più alte in quota, trova testimonianza nella storia leggendari di una donna che fa vivere la sua antropologia in una esperienza mitica, ascetica, cosi riconosciuta dalle comunità delle valli del teramano, nel versante opposto a quello religioso di San Franco. Adorata e reclamata santa, Colomba, segna la montagna e le esperienze personali e collettive di una infinità di fedeli graziati dalla sua immagine e dalle sue gesta leggendarie. L’eremo di Santa Colomba è situato a mezza costa da Monte Infornace sul Gran Sasso d’Italia, in uno stretto schienale di montagna che due lunghi e profondi burroni detti Fossaceca e Malepasso, separano dal Monte Prena da un lato e dal monte Brancastello dall’altro. A quell’eremo, circondato da boschi, si sale per un sentiero. Su quella rupe è inciso un simbolo a forma di pettine, che viene chiamato “pettine di santa Colomba”, del quale la santa anacoreta faceva uso per ravvivare la folta e lunghissima capigliatura. In un altro sito lungo il sentiero che conduce alla chiesetta si trova un grosso macigno sul quale è impressa la mano di santa Colomba, che la solitaria vi appoggiò per riposarsi mentre saliva faticosamente al suo eremo. Nella chiesetta sotto l’altare si trova invece una buca miracolosa dove i devoti vanno ad introdurre il capo per liberarsi dalle cefalee. La leggenda comune racconta che santa Colomba era sorella di San Egidio e San Nicola, quella locale invece vuole che fosse stata sorella di San Bernardo, protettore di Teramo e quindi apparterrebbe alla nobile stirpe dei conti di Pagliara. Santa Colomba rappresenta il simbolo della purezza, del candore verginale. Si rifugiò in una spelonca sulle vette del Gran Sasso. L’esistenza di questa santa si traduce in una metafora. Fin dall’origine del cristianesimo la colomba è stata considerata come immagine dell’innocenza e del candore. La figura simbolica di quell’animale propagatasi dalle religioni dell’oriente fu accolta e divenne popolare fra i cristiani. Nelle leggende cristiane, specialmente del medioevo, è assai frequente il tema dell’anima, nei santi, che si distacca con la morte, dal corpo, e vola al cielo in sembianze di candido uccello.