Museo Davia Bargellina, Bologna.

Testo e fotografia Vincenzo Battista.

Le terracotte di Pietro Righi ed altri autori. Prima metà dell’Ottocento, le statuine singole e i gruppi costituiscono esemplari in un linguaggio plastico della scultura semplice e divulgativa. Le derivazioni popolari di molti pezzi a stampo sono visivamente ricondotte all’ambito del paesaggio locale nella scultura bolognese, le accademie , i luoghi e le botteghe di alto artigianato artistico. Il collezionismo e il mercato antiquario locale hanno contribuito nella raccolta e la tutela delle tipologie figurative proprie del presepe. La modellazione delle statuine è resa attenta, i personaggi assumono pose compositive, cercano di trasmettere emozioni nei soggetti rappresentati. La gestualità degli stessi, infine, è molto disinvolta e plastica nei movimenti, accompagna il pathos e la devozione popolare intorno al Natale. Rilevante è quella del pastore che con la propria mano raccoglie le zampe dell’agnello incrociate per il trasporto dell’animale fino alla capanna della Natività.