Testo e fotografia Vincenzo Battista.

San Pio delle Camere (Aq).

La stagione dello zafferano, la raccolta del fiore, il ricavato e la manodopera per tre mesi di lavoro sulle terre dell’Altopiano di Navelli. Il terreno, prima di piantare i bulbi nel mese di agosto, si lavora nell’ autunno precedente (novembre) e in primavera.

Per tre mesi l’anno si concentra la manodopera: agosto per trapiantare i bulbi nel terreno e in autunno (ottobre – novembre) per la raccolta del fiore di zafferano. Il terreno alle pendici del borgo di San Pio delle Camere, di 1000 metri circa, ha prodotto nella raccolta circa 800 grammi di stimmi rossi essiccati al camino, in diverse e progressive giornate segnate dalla raccolta del fiore e tostatura al camino per la sua essiccazione: ricavato economico di 13.000 euro. Lo zafferano, il fiore, è distribuito in due file nel campo di 1000 metri quadrati  (bauletti, dossi rialzati dal suolo), chiamate localmente “ spiazzo”. La spezia si può coltivare anche in quattro file riunite, porche, con i camminamenti laterali a queste che permettono quindi all’agricoltore di raccogliere il fiore. L’ultima fase del lavoro annuale è appunto l’essiccazione al camino della spezia di zafferano, la fase più delicata , che prevede molta attenzione nel portare a giusta temperatura i fili di zafferano per la successiva vendita, il Crocus sativus quindi dell’Altopiano di Navelli.