Il ragazzo – cavallo.

I ragazzi ospiti Istituto Osservazione Maschile. Istituto Penale Minorenni di L’Aquila. Le attività dei laboratori di ceramica ed attività espressive nel mese di maggio 1986.

 

Insegnanti: Vincenzo Battista e Lorenzo Nanni. Un lavoro pluriennale oltre la didattica, un impegno sociale e soprattutto una lunga esperienza emozionale…

 

Dal bozzetto al murales, dalla narrazione alla storia in un testo scritto dai ragazzi ospiti dell’istituto.

Tecniche: tempera, olio, animazione, fotografia ecc. con un impegno individuale e di gruppo.

Le attività didattiche e formative in un programma di formazione e di ricerca sulla condizione giovanile, minori a rischio, devianza nell’ambito della scuola e dell’area pedagogica.

L’iniziativa afferma il valore di una continuità e di una progressione di risultati. Scaturiti, questa volta, dall’occasione tematica della costruzione di un racconto e della sua trasposizione in forma visiva nel murales, restano legati all’obiettivo fissato: offrire ai ragazzi strumenti di incontro, riflessione, ricerca , raccordo con la propria realtà individuale inserita nella realtà comune anche fuori le mura dell’Istituto.

Le fotografie di Vincenzo Battista, illustrano la costruzione di un murales della dimensioni di m.12 x m.2,50 realizzato su una parete della palazzina scuole- officine all’interno del muro di cinta dell’Istituto Penale Minorenni e dentro il complesso “L. Ferrari”.

Il murales traduce in forma visiva una fantastoria scritta dai ragazzi sulle metamorfosi di un “ragazzo – cavallo”, animale particolarmente amato dalla cultura originaria di un gruppo di giovani zingari ospiti dell’Istituto al momento della realizzazione del lavoro.
Gli elementi naturali si integrano nella trasposizione del testo sulla parete restituendo un’immagine con possibilità di lettura a vari livelli.
Il murales testimonia la capacità e la possibilità di lavorare individualmente e in gruppo sia per la ideazione del soggetto sia per la stesura del racconto scritto, che per la rappresentazione visiva.
Durante le fasi di realizzazione che hanno tenuti impegnati i ragazzi per alcune settimane, gli stessi hanno documentato il lavoro con un video che è stato presentato in varie occasioni..
Il testo del racconto è stato rivisto per l’espressione linguistica dalle insegnanti della scuola elementare funzionante all’interno dell’Istituto.

 

Il ruolo di coordinamento è stato svolto, all’interno dell’Istituto, dall’educatore Valter Marcone.

 

 

Il ragazzo – cavallo, la narrazione, i desideri, i sogni dei ragazzi…

 

Era una notte tenebrosa con un vento gelido, grandine ed acqua, Si era scatenato un temporale di una violenza mai vista con lampi e fulmini.
Mentre tutti erano in casa per un “tempo fatato” si sentì una scossa di terremoto e un tifone d’aria. Tutta la gente impaurita fuggì a destra e a sinistra e solo un ragazzo, che abitava in un grande palazzo,non si mosse per paura di morire e lasciare il suo corpo in un tempio di fuoco.
Si mise dietro un pilastro d’acciaio da dove non lo avrebbero smosso nemmeno le cannonate.
Tutta la città era stata spazzata dal ciclone e non c’era più l’ombra di una persona in vita. Vi era solo quel ragazzo piccolo e indifeso senza una famiglia che lo potesse accudire, e dargli un po’ di quell’affetto e quell’amore che si dà a tutti i bimbi della terra.
Il ragazzo si fece forza e coraggio anche se ora doveva vivere solo con gli animali, perché per lui quelli erano diventati la sua famiglia.
Camminando per tornare nella sua città distrutta vide un libro impolverato.
Per passare il tempo lo prese ed incominciò a leggere la prima pagina nella quale c’era scritto che il diavolo diceva “ chi legge diventerà cavallo”.
Il ragazzo cominciò a ridere di cuore e a saltare di gioia perché non credeva che quel libro fosse stregato dal diavolo.
Venne sera e cercò della legna per riscaldarsi, poi continuò a leggere la seconda pagina del libro .
Aveva gli animali intorno mentre mangiava un pezzo di cervella perché aveva fame e non aveva altro per riempire lo stomaco.
In una pagina del libro lesse ancora :” se una sera che piove mangerai un po’ di cervella diventerai un animale”.

IL LIBRO DEL DIAVOLO

Il ragazzo non credette a ciò che aveva letto e continuò a sfogliare “il libro del diavolo” e ad un tratto la sua attenzione fu attratta da un cavallo bianco che correva lungo il lago che si trovava in mezzo alla foresta.
Decise di costruire una zattera per inseguire il bianco cavallo. Ma prima voleva finire di leggere quel libro che tanto lo interessava ora perché era anche l’unica cosa che aveva accanto a sé scampata dal cataclisma.
Il giorno seguente si mise in cerca di quel cavallo ma non lo trovò.
Allora decise di cercare la legna per costruire la zattera. Qualche settimana dopo la zattera era costruita e quindi poteva iniziare la ricerca. Mentre faceva un giro nella foresta nella quale ormai abitava da tempo, vide steso per terra un panno bianco. Pensò che fosse una coperta e decise di prenderla per scaldarsi nella grotta ma si accorse che era il cavallo che lui cercava.
Si avvicinò triste per un presentimento, con le lacrime agli occhi vide che il cavallo era morto, forse ucciso da qualche lupo.
Non sapeva come portarlo nella sua grotta e pensò di andare a prendere la zattera che aveva costruito per mettervelo sopra. Quando il cavallo cominciò ad andare in putrefazione gli spaccò la testa e prese le cervella. Accese il fuoco per cucinarle e poi le mangiò.

Nella stessa sera cominciò a piovere e si scatenò un gran temporale con lampi e tuoni. Il ragazzo non sapeva cosa fare così riprese a leggere il suo libro che ormai aveva quasi terminato.
La prima frase che gli restò impressa fu quella in cui si consigliava di non mangiare le cervella di un cavallo morto. Gli venne paura anche perché in quella sera sembrava che volesse finire il mondo: il temporale con la sua violenza metteva terrore e i fulmini illuminavano le tenebre.
Pensava di morire come già erano morti i suoi concittadini e la sua famiglia. Rassegnato andò a dormire e crollò subito in un sonno profondo. Dormì tre giorni di seguito senza svegliarsi mai. Quando riaprì gli occhi si sentì diverso dagli altri giorni. Sbadigliò ed udì il verso del cavallo. Meravigliato si guardò attorno per vedere se ve ne fosse vide che c’era solo lui e con dolore si accorse di essere diventato un cavallo.
In quel momento pensò che forse stava sognando e cercò di alzarsi ma notò che aveva quattro zampe. Scoppiò a piangere per la disperazione e andò a cercare quel libro che aveva letto e lo trovò tutto distrutto.
Pensò allora di fare la fine dell’altro cavallo. Il ragazzo-cavallo si rassegnò e cominciò a camminare per la foresta.

CAMMINA E CAMMINA

Da lontano, in una zona che non aveva ancora esplorato, vide un vecchio castello e vi si diresse: pensava che forse quello era un paradiso dive star tranquilli senza più galoppare. Camminò per giorni e giorni e si sentiva solo. Aveva molta fame e pensò di mangiare un po’ d’erba e di lasciar perdere le cervella degli animali .
Camminando entrò in un recinto e si accorse che c’erano altri cavalli. In quel momento si fece buio perché le nuvole coprirono il sole e il cancello del recinto si chiuse.
Il ragazzo cavallo non potè più fuggire perché c’era il recinto. Restò per qualche mese chiuso in quella gabbia. Ormai aveva perso ogni speranza di tornare ad essere umano e pensò che sarebbe stato meglio che fosse morto sotto le macerie come i suoi genitori. Ma per lui tutta questa sfortuna di rimanere cavallo non era prevista.
Infatti dopo qualche anno si fece vivo un povero vecchio. Il ragazzo-cavallo cominciò a chiedere aiuto ma il vecchio non vedeva nessuno, vedeva solo un cavallo chiuso in una gabbia.
Incuriosito si avvicinò e sentì che il cavallo parlava. Si stupì nel sentire il ragazzo-cavallo raccontare la sua storia.
Il vecchio non sapeva cosa fare e così aprì il cancello del recinto per liberarlo.
Il ragazzo- cavallo gli chiese allora di poter entrare in quel vecchio castello, meta del suo viaggio interrotto.
Il vecchio acconsentì. Nell’entrare vide sul muro un disegno, lo stesso disegno, immagine del diavolo-cavallo che c’era nel libro che aveva trovato sotto le macerie.
Lo guardò e dopo qualche minuto disse al vecchio :”Ecco, ecco questo è il diavolo che è scritto in quel maledetto libro.”

Il vecchio impensieritosi si impaurì sempre di più nel vedere quel dipinto.
Intanto il ragazzo – cavallo entrò in una stanza dove c’erano dei libri e tutto il necessario per fare esperimenti. Il ragazzo cavallo chiamò il vecchio e gli disse : “ Vecchio sai fare degli esperimenti? Io voglio tornare ad essere un buon ragazzo e poter andare lontano. Ti prego, aiutami.”
Il vecchio gli rispose che lui era un dottore non un mago. Il ragazzo – cavallo allora gli disse “ Proviamo a vedere se c’è qualche libro stregato. ”Cercarono assieme e il vecchio trovò il libro desiderato. Il ragazzo con grande soddisfazione lo tolse dalle mani del vecchio con i denti e con le zampe e cominciò a sfogliarlo. Trovò così una soluzione nella quale il diavolo-cavallo tornava uomo.
Il vecchio cercò lungamente tutto l’occorrente per far ritornare il ragazzo alle sue sembianze originali.
In quel libro era scritto di cercare un cervello di aquila, delle foglie di ortica e quattro gocce del sangue di un serpente.
Messo assieme l’occorrente il vecchio iniziò l’esperimento, sicuro di riuscire.
Dopo tanti sforzi ricavò una bevanda. La fece bere al ragazzo-cavallo che la mandò giù lentamente. Dopo qualche ora il ragazzo-cavallo si trasformò in una enorme aquila.

IL RAGAZZO – UCCELLO

Sul momento il ragazzo – uccello se la prese con il povero vecchio e lo uccise. Si sentiva cattivo e voleva uccidere tutti gli animali che incontrava nel suo volo, nel cielo. Pensò che non sarebbe mai più tornato come era prima: un ragazzo. Era disperato e deluso, pianse tanto.
I giorni passavano e lui volava in un cielo tutto blu e stellato non sapendo che più volava e più si allontanava la trasformazione desiderata.
Ad un tratto vide una stella cadente e pensò di esprimere un desiderio: i desideri della sua infanzia perduta le notti infuocate d’estate quando la madre gli indicava le stelle cadenti e gli chiedeva di esprimere in segreto un desiderio. Chiese di tornare ad essere un uomo. Andò poi a posarsi su un albero di ulivi per riposarsi e cercare selvaggina da mangiare .
Capì che se lui parlava nessuno poteva ascoltarlo perché quella foresta era deserta. Non sapeva che se usciva da quella foresta sarebbe morto. Il tempo passava velocemente e lui si era pentito di aver ucciso il vecchio dottore che lo aveva liberato da quella orribile gabbia e pensava che forse il vecchio dopo tanti esperimenti avrebbe trovato la formula per farlo tornare ragazzo ma che ora tutte le sue speranze erano svanite.
Il ragazzo – uccello tornò in quel castello e trovò il libro dove c’erano le formule magiche .

Prese il libro e con gli artigli cercò di comporre la formula per ritornare ragazzo. Aveva ormai preparato tutto per fare un altro esperimento ma temeva di bere quella dose perché se avesse sbagliato sarebbe morto.
Si decise perché era stanco di vivere a quel modo come un animale e incominciò a bere.
Si trasformò in un lungo serpente che strisciava per le sale del castello.
Il ragazzo serpente con il cuore pieno di tristezza ritornò in quella foresta dove aveva vissuto con gli animali dentro la grotta, grotta che per lui era stata più che un paradiso. Là rivide quel libro che aveva letto quando era ancora ragazzo e si meravigliò di ritrovarlo integro.
Pensò di riprovare a leggerlo per vedere se succedeva qualche miracolo.
Con paura strisciava su quel libro e così sfogliava le pagine.
Si mise a leggere lentamente e ogni tanto si fermava e pensava al suo futuro tormentandosi perché temeva di non poter più andare via da quella foresta incantata .

Ormai era giunto alle ultime righe di quel libro del diavolo – cavallo qundo si sentì di morire. Ad un tratto tornò velocemente cavallo e pensò che nella sua vita era destinato ad essere un animale e solo con la morte sarebbe cambiato.
La sua vita era stata tutta sbagliata. Dopo tanti sforzi era ritornato di nuovo un bianco cavallo e tutto sommato ne era felice perché il cavallo è forte, pulito, ha accompagnato l’uomo nella sua vita e nella sua storia, è amato da tutti. Il suo portamento nobile e fiero.
Gli altri animali nei quali si era trasformato sono cattivi come l’aquila che è rapace e viscidi come il serpente che striscia.

 

 

Scheda riferita all’anno  1996.

L’Istituto Penale Minorenni con il Centro Prima Accoglienza e l’Ufficio Servizio Sociale Minorenni di L’Aquila sono servizi sul territorio , coordinati dal Centro Giustizia Minorile che in sede locale ha competenza sulle regioni Abruzzo Marche e Molise, del Dipartimento della Giustizia Minorile uno dei tre Dipartimenti del Ministero della Giustizia.
L’Istituto Penale Minorenni di L’Aquila con sede in Via Acquasanta all’interno del complesso “L. Ferrari” dove sono ubicati anche gli Uffici giudiziari minorili accoglie giovani da 14 a 21 anni sottoposti a misure privative e limitative della libertà tra cui la custodia cautelare in carcere e l’esecuzione della pena .
L’Istituto che è ubicato nella sede di Via Acqusanta dal 1980 ove prima c’era la Casa di Rieducazione, ha funzionato fino al sisma del 6 aprile 2009 ed è oggi momentaneamente chiuso per ristrutturazione.