Classe V A. Liceo ” D. Cotugno” – L’Aquila. Materia Storia dell’Arte, prof. Vincenzo Battista. Il progetto, le istanze, le finalità e le acqusizioni dei ragazzi intorno al fiore di zafferano…

Progettare il senso di appartenenza al paesaggio.

La costruzione della didattica attraverso le istanze locali del paesaggio storico che ci circonda. La coltivazione dello zafferano, la Costituzione italiana, i suoi articoli sulla tutela del territorio. La preziosa spezia, i materiali in classe, letture e riflessione. Le relazioni degli studenti.

Gli scerari del lavoro di ricerca. La didattica applicata al paesaggio.

pocaLa giornata didattica dedicata, trascorsa in collaborazione con il prof. Francesco Di Marco intorno alle tematiche che riflettono il deposito culturale della coltivazione dello zafferano nelle terre della Conca aquilana. La racconta del fiore che sboccia in autunno. La cultura, la coltivazione, il commercio e gli statuti presenti nei documenti di archivio fin dal medioevo. Il Pil dello zafferano nell’Ottocento: le terre estese coltive dell’Abruzzo aquilano. Le campiture benedetti del fiore, le processioni, i simboli apotropaici lasciati sui campi. Il telaio in legno e i tessuti, i ricami con il colore dello zafferano. Le famiglie contadine e la “sfioratura”. I monili d’oro e gli amuleti acquistati nelle fiere con la vendita delo zafferano. I preziosi bulbi mai estinti dal medioevo. I terreni, le rotazioni agricole, le stagioni del lavoro nei campi. Gli oggetti d’uso. La letteratura, i classici, i miti mai estinti. Scrivere sullo zafferano. Strade e sentieri intorno alla spezia. La geometria dei campi, l’agricoltura e il valore delle terre sugli altopiani. Il fiore coltivato dentro le mura di Aquila. I contratti, la “Quindicina” delle donne. La dote dello zafferano. I carri agricoli con il carico dei fiori raccolti. La piazza di Aquila e i mercanti tedeschi nella seconda metà del XVI. Il cantore epico medioevale Buccio di Ranallo. le immagini d’e Gli Statuti dello zafferano. I palazzi aquilani costruiti con la vendita della spezia. Il lavoro femminile. I greci e i romani: il loro culto dello zafferano. Creta e Micene e le divinità che danzano sui fiori di zafferano, dipinte negli affreschi parietali. Lo zafferano contro la peste. Le botteghe storiche aquilane. L’odore dello zafferano. Gli infusi e i liquori. Le case contadine, il commercio e i mercanti, le fiere, gli oggetti scaramantici. Le case contadine negli altopiani e lo zafferano. L’Istituto Luce. Gli affreschi e il colore viola dello zafferano. L’artigianato dei cesti per la raccolta. la benedizione dei terreni e il rito delle Rogazioni. Gli oggetti, indumenti, i mobili in legno per la conservazione del fiore. Il primato degli altopiani e i borghi storici. Le tradizioni e il culto del fiore. La terra dello zafferano. La città di Aquila che cresce grazie ai proventi e ai ricavi della spezia. Il fascismo, le istituzioni, la Cattedra Ambulante. Manifesti, cartellonistica, disegni e stampe per la propaganda. Gli incettatori e i mercanti. La cultura popolare e i “rimedi” della medicina locale con lo zafferano. I “Brevi” scaramantici. Le contraffazioni. Lo zafferano simbolo religioso prima del motore. La coltivazione nel nostro tempo, i costi, i ricavi. I nuovi imprenditori. le fonti documentarie. L’alba del fiore, la botanica e il ciclo di riproduzione dei bulbi. La pittura colta del Rinascimento e lo zafferano. La cucina e l’alimentazione con la spezia. La farmacopea. Il web, i social e la coltivazione dello zafferano negli Stati. I Paesi del Mediterraneo. Il buio che protegge il fiore. La cultura araba e lo zafferano. Stampe, dipinti, simboli iconografici dello zafferano. Bibliografia e ricerca storica. La poesia, i racconti, le fiabe popolari, la narrazione intorno alla spezia. Gli stimmi, gli stami, il fiore campanulato, lo stelo. Le aiuole del fiore e la formazione dei solchi, la raccolta, i camminamenti. I gesti della raccolta, l’essiccazione degli stimmi al fuoco del camino. La “gialletta” per la tintura degli abiti. Le corolle del fiore poi sparse e lasciate nei campi dopo la lavorazione.