Testo e fotografia Vincenzo Battista. 

Agnesini maldicenti, ecco, o se volete Aquilanitas, un brand, potete crederci, di “temperie morale e civile, orgoglio e fierezza” e c’è  ancora dell’altro, ma tutto questo non è affatto “scivoloso”, sleale e ingiusto mito della maldicenza e nel vizio della mormorazione sediziosa, i pettegolezzi nelle supposizioni maliziose ( dicerie, insinuazioni che fanno danni inimmaginabili sulla persona), tutt’altro, anzi è declinata, la cosiddetta maldicenza (uno dei peccati per cui Padre Pio negava l’assoluzione nella quale incorrono spesso anche quelli che si reputano cristiani praticanti), a blasone (nobiltà di nascita) della città di L’ Aquila con il gonfalone della stessa città “prestato” ai fratelli che sfilano in corteo… (uno spettacolo da non perdere!) E pertanto, gli agnesini sono invitati, possono immedesimarsi nei personaggi, e prendere posto e trovare somiglianze, se vogliono, così come li rappresenta Sandro Botticelli nel quadro, l’opera d’arte retorica dipinta nel 1495 circa “La Calunnia”, tempera su tavola, cm 91 x  62,  conservata nella Galleria degli Uffizi, a Firenze. E’ la pittura quindi che visivamente rappresenta una modalità dell’umore umano, e pensate se Sandro Botticelli avesse avuto tra le mani dei social network nella Firenze di Lorenzo il Magnifico e Savonarola, degli intrighi e congiure, agguati: “Chi non punisce il male comanda che si faccia”. Il quadro “La Calunnia” così come è rappresentato: la maldicenza è l’origine, il seme allevato e cresciuto, cullato che implode e genera nei personaggi dipinti invida, tradimento, inganno, insidia, frode e poi ancora sospetto, ignoranza, rancore, penitenza e verità, infine, finalmente sospirata e forse raggiunta, in una sorta di allestimento di un tribunale della storia (andate a vedete la pittura come evolve nello spazio costruito). Ora, nel quadro, ogni personaggio dipinto è protagonista di queste “sensibilità“, proviamo a chiamarla così per usare un eufemismo. I personaggi e il loro atteggiamento potranno essere decriptati sfogliano ognuno a piacimento i libri di storia dell’arte per capire – partendo dal pensiero platonico – alla rappresentazione scenica, con i personaggi che incarnano, appunto, le “sensibilità “, molto, molto teatrale opera d’arte cara a Lorenzo il Magnifico. Ma a noi, interessa una via d’uscita, un varco, se poi mai ci sarà, un pentitismo tra i fratelli agnesini: a sinistra del quadro c’è la penitenza che guarda la verità nuda che così doveva essere per quell’epoca, ma invariata, antropologicamente, almeno nel sostantivo e giunta fino ai nostri giorni. Il personaggio della verità ha lo sguardo levato verso il cielo, il firmamento l’unico del quale ci si può fidare, visto quello che accade sulla terra…, sì, e sulla terra, è stato prenotato un autobus, partenza dal piazzale Meridiana – L’Aquila, tutto incluso, la data è il 15 dicembre, ore 9,30, spesati gli agnesini, destinazione Uffizi – Firenze, biglietto d’ingresso al museo incluso, per “osservarsi” finalmente, contarsi e condividere la propria “personalità” davanti al quadro “La Calunnia” di Botticelli. Che evento, altro che capitale della maldicenza e della cultura, e siamo sicuri che ne parlerebbe tutto l’emisfero boreale…