Testo e fotografia Vincenzo Battista.

Un mondo “altro” che non ha più la percezione del tempo almeno come noi lo conosciamo, ma cerca il luogo per spalmare la narrazione fantastica. La magia del paesaggio è pronta ad accogliere figure orrende, divoratrici che incarnano pericolose atmosfere, si contrappongono al bene che consola e protegge con la gentilezza e la compassione, a volte. Tutto si anima allora improvvisamente, le quinte delle montagne fanno da sfondo e il suolo con le sue ultime luci del tramonto che si allungano, sono pronte ad accogliere le misteriose creature irrequiete del bosco e dei venti che qui celebrano l’ingresso in un tempo metastorico, dove la metonimia è la consuetudine. Tremolanti, sottili e allungate, balbettanti le creature così si mostrano sull’orlo dello scenario appena descritto. Iniziano prima a sussurrare parole arcane indecifrabili e queste, incontrollate, si uniscono alle nuvole che…