Testo e fotografia Vincenzo Battista.

La cultura della pietra a secco. Il rifugio agro -pastorale e le sue implicazione spaziali con di tenuta del manufatto, in questo modello auto costruito dai “fabbricatori” di capanne a tholos. Le pietre per compressione spingono il volume cilindrico, inizialmente. Questo lentamente si eleva man mano che le pietre cingono il manufatto e lo chiudono con le pietre sporgenti verso l’interno: danno origine alla terminale cupola. La cuspide con il triangolo di scarico dell’ingresso, il vano ricavato all’interno per poggiare la candela e vari oggetti, la seduta con un monolite in pietra (materiale di spoglio). Il foro centrale della cupola solitamente veniva lasciato aperto per favorire il braciere posto al centro della capanna in pietra. Almeno quattro persone trovavano riparo all’interno del ricovero, per i lavori stagionali agricoli delle terre alte e la transumanza verticale dei capi ovini.