La gualchiera del fiume Aterno.

Testo e fotografia Vincenzo Battista.

Una gualchiera è presente nella planimetria ( anno 1906) dell’area del mulino di San Vittorino, un macchinario questo di epoca preindustriale, utilizzato nella manifattura laniera.

 

La gualchiera indica il macchinario che lavorava la lana e i tessuti in generale, azionato a forza idraulica dal fiume Aterno, all’interno dell’edificio diffuso nelle sue funzioni, adibito soprattutto per la frantumazione dei cereali. Un locale era riservato alla gualchiera, macchinario preindustriale, a forza idraulica, che lavorava la lana quindi in un contesto di ricca produzione del vello ovino, come appunto le montagne dell’Alto Aterno e della Conca aquilana.

Una ruota idraulica – il retrecine in legno di castagno – ruotava su un albero a camme con il gettito d’acqua. Le sue alette con la forza dell’acqua appunto davano movimento alternato a due martelli. I martelli, collocati nel piano superiore, azionati dall’uomo con le leve, schiacciavano costantemente in un contenitore di legno di quercia, chiamato pila, la lana, collocata a bagno in acqua bollente, sapone, ed altri prodotti naturali. Questa operazione dalla lunga durata, produceva l’infeltrimento delle fibre le quali si ritiravano, si riunivano determinando la stoffa più compatta, morbida, resistente e impermeabile. La pila, al termine del lavoro, veniva scaricata nel fiume Aterno e il tessuto lavato con acqua fredda, strizzato e messo ad asciugare su assi di legno orizzontali nel piazzale della gualchiera di San Vittorino. La lana, tosata dai capi ovini nella tarda primavera, veniva selezionata in diverse qualità in base alle parti dell’animale. Lavata sempre nel fiume Aterno, si procedeva poi alla cardatura per disporre le fibre allineate secondo il disegno, e infine l’operazione nella macchina idraulica della gualchiera per la sodatura o follatura. Infine la tintura con fibre vegetali: ortica, camomilla, noci, cortecce, legni e tanto ancora.

 

Nel disegno ricostruttivo, l’area romana di Amiternum dell’antica città sabina d Amiternum, mostra l’ambito architettonico ricostruito sui resti archeologici nei pressi dell’abitato di San Vittorino nel territorio del comune dell’Aquila. La struttura si fa risalire al I secolo d. C.  Il mulino di San Vittorino sorge al centro dei due complessi monumentali.