Testo e fotografia Vincenzo Battista.

Il santuario di San Luca a Bologna.

La Madonna bizantina dallo sguardo severo.

Il portico che sale a Monte della Guardia (mt. 289) fu costruito con inizio nel 1674, e completato nel 1739. L’intero percorso pedonale misura 3,796 km. Lungo il tracciato le nicchie affrescate evidenziano i Misteri del Rosario, simboli della Passione, appunto pitture religiose di forte connotazione e riferite a quel periodo storico. Il santuario in stile barocco fu completato nel 1765. Meta di pellegrinaggi per venerare l’icona bizantina della Vergine con il Bambino detta “di San Luca”. Nel XV secolo nasce la leggenda dell’icona sacra. Un eremita greco in pellegrinaggio a Costantinopoli nella Basilica di Santa Sofia avrebbe ricevuto il dipinto su tavola, attribuito a Luca Evangelista, per portarlo sul Monte della Guardia che dal XII secolo conservava un eremo medioevale. I lavori del santuario terminano nel 1757. L’edificio è a pianta circolare con bracci a croce greca, una sola navata e un tamburo che sorregge la cupola. I dipinti presenti sono della scuola seicentesca bolognese. Tra questi Guido Reni con il dipinto della “Madonna del Rosario” nella terza cappella di destra. Nell’altare centrale la nicchia che custodisce la preziosa icona bizantina dipinta su tavola visualizza la Madonna con il Bambino. Dai tratti severi e dal viso e lo sguardo pensieroso, Maria ha grandi occhi neri che fissano l’osservatore e non tradiscono emozioni. Le labbra e il naso sottili in quel modello diffuso dell’ambiente artistico bizantino. Non rivolge attenzione al Bambino che compie il gesto benedicente della mano destra, guarda sul suo fianco e prova a sorridere, dalla ricca capigliatura, indossa un elegante manto a fasce che lo avvolge e mantiene nella sua gestualità della mano sinistra una pergamena arrotolata: il rotulo (convenzionalmente la persistenza del Credo), nell’iconografia mariana. Maria sembra lontana, assorta, indossa il manto di colore blu scuro che le copre il capo con risvolti interni rossi in doppia fascia. Quel colore regale, iconoclasta, drappeggio di foggia sacrale, resterà una prerogativa anche oltre il Rinascimento. I suoi occhi sono allungati, interrogativi, e dalle lunghe sopracciglia. Sulle spalle Maria ha l’abito da inserti a fasce cromatiche celesti che coprono le spalle. La mano sinistra si apre per voler mostrare suo figlio, e poi le lunghe dita affusolate d’impronta bizantina. Entrambi nella figurazione hanno le aureole. La mano sinistra della Madonna trattiene sulle sue ginocchia Gesù che sembra a suo agio e rilassato. I personaggi hanno le aureole in un fondo dorato andato perso. La cornice dipinta dell’icona mostra motivi decorativi in forma di tralci (allegoria della vite e comandamento dell’amore. Giovanni 15:1-17) che si uniscono a spirale in forma modulare.