Testo e fotografia di Vincenzo Battista.

Da generazioni i “costumisti” della Madonna, della famiglia D’Eramo di Sulmona, mantengono il “segreto” di quel velo nero tenuto con numerosi spilli che miracolosamente cade dalla statua, ma solo perché la folla possa ancora stupirsi e gioire, meravigliarsi e fare congetture sull’archetipo della rivelazione, il “miracolo” della Pasqua di Resurrezione, la Sacra Rappresentazione a Sulmona, che una volta l’anno viene riproposta in una forma solenne e scenica, unica nel suo genere in Italia: la “Madonna che scappa in piazza”, cerimoniale ecclesiastico che devia dal suo logico corso per diventare una forma dinamica, cinetica, della Dottrina Cristiana. Gli “scenografi”, invece, hanno provato e riprovato “la scena”, non sappiamo quante volte, in quella navata laterale( destra), della chiesa di Santa Maria della Tomba, sigillata al pubblico, “per le prove” della Madonna con il suo baldacchino, dentro il tempio religioso, con la “guida” e i portatori della quadriglia, così si chiamano: corsa breve lì dentro, ma essenziale, per dare i comandi, impartire gli ordini, capire la gestualità, omologare il passo, prima lento, poi in accelerazione (come una sorta di galleria del vento che prova uomini e prototipi) e infine di corsa in “ un unico corpo che parte di slancio” si sono detti e ridetti, chissà quante volte, gli uomini della confraternita di Santa Maria di Loreto chiamati all’evento, che non prevede repliche, nel giorno di Pasqua. Loro dovranno trasferirsi, quando si aprirà il “sipario”, nel più grande palcoscenico che si ricordi, il pantheon delle meraviglie , piazza Garibaldi a Sulmona, dove migliaia e migliaia di persone di una folla sterminata scruteranno con gli occhi severi e spietati i “fotogrammi della corsa”, per emettere il giudizio, poi, senza appello, anche sui propri destini, sulla natura, l’ambiente rurale, il proprio futuro… che s’incrociano appunto con la “Madonna che scappa in piazza”. “Nella piazza Maggiore di Sulmona – scrive Antonio De Nino in Usi e costumi Abruzzesi, anno 1879 – la gente rigurgita. Uno degli archi, che sostengono l’acquedotto della città, è parato pomposamente; e sotto l’arco parato s’erge un altare. Da ultimo la statua di Gesù. E la Madonna? La Madonna si è nascosta in una casa giù in fondo alla piazza. La processione si raccoglie tutta intorno l’arco parato, e il Cristo posa sull’altare. Le statue si muovono in cerca della Madonna che non sa ancora della Resurrezione del Figlio…”. Domenica di Pasqua, si parte, è il momento, la Madonna vede Gesù Risorto, davanti a lei, ma in fondo alla piazza, la quadriglia inizia il passo, è il momento, “a puzu” : “portali a polso” dice la “guida” della quadriglia. E’ il segnale. Gli assi di legno su cui poggia il baldacchino della statua della Madonna vengono fatti scivolare dalle spalle e infine sostenuti dai polsi delle braccia, impugnati. Inizia la corsa della quadriglia, con gli altri confratelli ai lati, per un breve tratto intorno alla statua: liberano, da sotto le mozzette ( l’abito della confraternita), i dodici piccioni che ricordano gli Apostoli ( due per ciascuno del gruppo), mentre uno di loro, da sotto la statua, tira la cordicella del manto nero della Madonna, che scompare e viene nascosto: il “miracolo”; pochi secondi, scende il manto nero e scopre una rosa e il pregiato mantello verde, dello stesso colore della confraternita, mentre la corsa arriva alla sua massima accelerazione in un silenzio quasi metafisico della folla “ in quell’attesa”, ma che poi esplode in applausi e grida liberatori. In quelle particelle di attimi, che rapidamente si consumano, l’attenzione è sul quel vento immateriale, propiziatorio, il “ flusso “ della quadriglia, la corsa, taumaturgica, “asticella” che misura il futuro collettivo ( augurale un tempo per i raccolti della campagna peligna), che infine arriva in fondo alla piazza dove la Madonna incontra la statua di Gesù Risorto e dove termina anche il suo “racconto”, tanto breve, quanto straordinariamente dilatato nella storia spirituale delle genti di questo lembo della narrazione.

Le immagini. La “Madonna che scappa in piazza” incontra Gesù Risorto.

17952662_196578300847400_4090741338364729332_n[1]

17904157_196578330847397_3220828710766947151_n[1]

17862270_196578427514054_6482142336508763548_n[1]

17952739_196578477514049_6104284195273114158_n[1]

17884209_196578640847366_1939774924805213805_n[1]