La marcia del lupo lungo i sentieri della montagna sacra.

Testo e fotografia di Vincenzo Battista.

Si gira indietro con la testa verso di me, mentre un po’ goffo trotta, barcollando, sulle zampe già robuste, per poi improvvisamente fermarsi e riprendere la marcia su un lembo della provinciale del Vasto, pendici meridionali di Monte Jenca. La madre, sul ciglio della strada, ferma con il torace dritto e la testa alzata, ansiosa, lo segue, assume la postura, avverte la minaccia che può crescere in quel fuori programma, in quell’orologio biologico dei predatori che si è scomposto tanto da trovarsi lì, in quella attività diurna e poi notturna che è una regola e ha un valore caratterizzante della specie. Ma qualcosa è andato storto e la lupa, trascorsi altri istanti, dopo la sua allerta e dopo avermi fissato, recupera il cucciolo di lupo, lo fa scivolare sul fianco, gli apre la pista, aumentando sempre più l’andatura, rapidamente, scartando il terreno. Risalgono i prati della montagna, le “macerine” in pietra e i terrazzi di contenimento delle terre, per dileguarsi, azzerare il “contatto” non previsto, resettare la loro fragile adattabilità, rientrare nell’etologia di mammiferi al vertice della catena alimentare, nell’ecosistema che non prevede nessun incontro con la specie umana, ad eccezione di un’unica religiosità popolare, mitica per molti versi, secolare, dai tratti salienti per il fervore esercitato, che da queste parti si è trasformata addirittura in una scultura portata in processione: San Franco di Assergi con il lupo ai piedi, non più minaccioso, ma sottomesso contro la sua stessa natura, simbolo di quello che qui è possibile, e non altrove. Più su, in quota, a centinaia di metri, forse i due lupi si uniranno alla struttura sociale del branco, rientreranno nel corridoio faunistico dei predatori che lo percorrono, posto tra il monte Jenca e il Chiarino, le Malecoste e Pizzo Cefalone: un’autostrada di crinale per i carnivori, con tanti “autogrill”, le “dispense” di mandrie e greggi che stazionano e cercano di difendersi dagli attacchi.

Assergi, chiesa di S. Maria Assunta. La statua e le storie di San Franco.