La memoria e il sogno americano.

Testo e fotografia di Vincenzo Battista.

Il ragazzo tiene tra le mani il volume, lo sfoglia, lui non lo sa, ma ha la stessa età del tempo impiegato dall’autore nel lungo lavoro che è stato necessario per pubblicarlo : 22 anni, e ” in questi lunghi anni di pellegrinaggio nella ricerca di un passato, impresso anche nelle orme dei miei antenati – scrive nei ringraziamenti della sua colossale opera editoriale Gilberto Paolini, nato a San Pio, frazione di Fontecchio – ho avuto modo di frequentare numerosi Enti presso i quali sono custoditi i documenti e le testimonianze della nostra storia…”, che per lui, giovane con la maturitàˆ classica, conseguita a L’Aquila nel 1949, nel liceo “D. Cotugno”, ha assunto un diverso valore. ” Ho inseguito all’inizio il sogno americano”, scrive, il ” New deal”, l’America, oggetto del desiderio, sulle tracce di milioni di nostri connazionali emigrati in cerca di fortuna e di riscatto; l’America delle opportunitàˆ, delle capacitàˆ, del successo, dei miti ” on the road”: James Dean, Elvis Presley, Marilyn Monroe; ma anche gli USA, per molti italiani, del sogno americano di Francis Scott Fitzgerald, ne ” Il grande Gatsby” degli anni ruggenti, acre, delle illusioni, delle aspettative, dei fallimenti, irraggiungibile. Due lauree in letteratura spagnola e francese a Buffalo, Gilberto Paolini insegna poi letteratura italiana e latina all’Universitàˆ del Massachusetts, scrive molte opere di saggistica e viaggia negli Stati Uniti, nell’America del Sud e in Europa tra conferenze e convegni letterari e, infine, nel New Orleans, nell’Universitàˆ di Talune, assume la cattedra di letteratura italiana e spagnola. Il 24 luglio 1984, il re Juan Carlos I di Spagna, con un decreto reale, lo investe con la croce di cavaliere dell’ordine di Isabella La Cattolica, l’onorificenza più prestigiosa elargita ad una persona non spagnola. Nel 1981 ha inizio dunque la ricerca culminata con il suo libro: “La vita trasecolare del Contado aquilano, Villa San Pio, Fontecchio e la famiglia Paolini di Aquila”: un’opera che porta con sé un’esperienza di ricerca storica unica e particolare, irripetibile, per un borgo, San Pio, abitato oggi da poche decine di persone. Il taglio, la linea narrativa, inconsueta, di un “americano” che analizza una moltitudine di documenti storici ed archivistici, atti dei notai, archivi parrocchiali e comunali, registri, Onciari, oltre al valore, indiscusso, al pregio, di questo volume che ha saputo ricostruire le vicende storiche, politiche e religiose in oltre sei secoli della Villa San Pio e della famiglia Paolini, appunto in 960 pagine, da un osservatorio particolare. E infatti scrive:”… Perciò non sarà una catena genealogica semplice, fredda e monotona, ma una genealogia che abbraccia una disposizione complessiva di nomi, eventi, tradizioni, tragedie e usanze. Di persone si parla delle quali ognuna ebbe la sua vita con la sua storia, ognuna a suo modo, nel mondo sociale, religioso, economico, politico e familiare, piena di gioie e di tristezza, di successi e di tragedie, di presenza e di assenza di podestà, di virtù e di passioni, di orgoglio e di umiltà, di scaltrezze e di scempiaggini, di azioni piccole, grandi ed umane, e così via, nel vortice vitale del mondo…” piccolo, ma ritrovato, qui, nel convento di San Francesco, a pochi passi dalla frazione di San Pio, dove è stato conseguito un altro risultato, inatteso: molti sono usciti dalle case e sono venuti a vedere “l’americano”, cha da migliaia di chilometri, “oltre oceano”, ha scritto un libro sulla loro memoria collettiva.