La montagna della spiritualità e i suoi segreti.

Testo e fotografia di Vincenzo Battista.

“La montagna apre i suoi segreti solo a chi ha il coraggio di sfidarla. Chiede sacrificio e allenamento. Obbliga a lasciare la sicurezza delle valli, ma offre a chi ha il coraggio dell’ascesa gli spettacoli stupendi delle cime. Essa è pertanto una realtà fortemente evocativa del cammino dello spirito, chiamato ad elevarsi dalla terra al cielo…” proprio così, dalla terra al cielo, ma partendo da un palcoscenico irripetibile, unico nel suo genere, poiché aveva scelto, come sfondo, il “segreto” di Corno Grande, il massiccio forse cuspide sacra, rigato dalle lunghe lingue di neve. Giovanni Paolo II dalle sue pendici calcaree pronunciò appunto il 20 giugno 1993 il ” Discorso della montagna”, potremmo chiamarlo così, che apre i suoi segreti al mito della contemplazione e del silenzio ma solo dopo la fatica, la conquista, della vetta, umanizzata. Quell’insopprimibile desiderio di chiunque di trovarsi lì in cima ma non solo per guardare, ” la vostra spiritualità – continuava il Papa rivolto a migliaia di persone migrate a Campo Imperatore per l’evento – è la montagna dalle sue bellezze e dalle sue asprezze, i suoi misteri, il suo fascino…”. Dalle cime la trascendenza del cielo; la fecondità appartiene alla terra, la montagna è invece il mito con il suo valore archetipo: per i cristiani il Golgota è il luogo in cui Abramo fu creato e poi sepolto e redento con il sangue di Cristo, in quel luogo crocifisso. “Ma a noi l’occhio spazia sulla meraviglia del cosmo – ancora le parole di Papa Karol Wojtyla – è necessario rientrare in noi stessi, nella profondità del cuore, in quel centro della nostra persona, in cui siamo a tu per tu con la nostra coscienza…”. La figura del papa e la grandezza sono tali che raccontare il più piccolo aspetto del suo pontificato iniziato nel 1978 e terminato nel 2005, è opera titanica, per ricostruire una sorta di mappa topografica spirituale, una nuova geografia del rapporto privilegiato, speciale, voluto da Giovanni Paolo II, che si sovrappone a quella regione Abruzzo, in relazione alle visite ufficiali nelle città, nei centri e nelle località visitate dal Papa nel corso del suo pontificato. Le motivazioni, le date, la memoria dei luoghi, sono al centro nelle visite del Pontefice sulle montagne del Gran Sasso, a Campo Imperatore, e il suo discorso, sigillo di consuetudini a volte private, anche solitarie. Quella tonaca, raccontano da queste parti, bianca, al vento, sulle rocce del Gran Sasso, vista da qualche pastore, dentro ” il silenzio della montagna e il candore delle nevi ci parlano di Dio”. Giovanni Paolo II.

 

“La montagna svelata chiede sacrificio e allenamento, spirito e corpo s’incontrano – commenta Giovanni Paolo II in una visita sul Gran Sasso -, mentre l’occhio spazia è necessario rientrare in noi stessi, al centro della nostra persona…”.

 

Corno Grande, Gran Sasso d’Italia. ( Fotografia aerea ).

 

 

Fotografia: blog.abruzzoupndown.com. Il Papa e, sullo sfondo, Corno Grande