Testo e fotografia Vincenzo Battista.

Il paesaggio a circa 900- 1000 metri, a nord – est di Secinaro, si caratterizza dai cumuli in pietra collocati ai confini dei campi, dai proprietari, per non invadere gli stessi terreni. Le aree cosi venivano rese più fertili ( la pratica dello spietramento) in quelle terre aride di alta montagna. Le coltivazioni e i prodotti : patate, orzo, grano e mais (utilizzato quest’ultimo per le famiglie e per gli animali). La distanza dal borgo di Secinaro è di due chilometri. Sui terreni veniva portato il letame per fertilizzare i terreni. Il trasporto era con le bigonce legate al basto dei muli. L’intera area era utilizzata anche dagli animali al pascolo per la varietà delle erbe aromatiche: trifoglio, timo, menta selvatica e altre qualità come le leguminose, lenticchie selvatiche, le piante basse erbacee che fioriscono in primavera. Il pascolo era considerato rilevante per la qualità del latte prodotto appunto dall’alpeggio e la qualità delle praterie nella montagna alle pendici del Sirente. Il formaggio di pecora e di mucca era conservato d’inverno nelle cantine di Secinaro. La migliore qualità dei formaggi nei mesi di maggio e giugno.

Un particolare ringraziamento a Luigino Barbati.