“La pioggia di numerosi atomi d’oro”. La scrittrice aquilana Maria Leosini.

Testo e fotografia di Vincenzo Battista.

” Riuscita ad orientarmi sulla via percorsa prima che passasse il giorno, seguitai a discendere alla volta del paese di Collenoveri. Quivi giunta molti contadini si strinsero intorno a me, facendomi mille domande alle quali risposi spacciando notizie immaginarie ed inverosimili. Intanto intorno a me dei contadini grandi e piccoli, andavano ingrossando, e tutti facevano i più svariati commenti guardandomi con meraviglia mista a stupore, proprio come si guarda una bestia rara e soprannaturale…”. Ai contadini della Conca di Montereale, era apparsa così, sbucata da una radura, una donna con il lungo vestito che le stringeva i fianchi e scendeva fino alle caviglie, e poi il grande cappello liberty che le cingeva la testa. Aveva forse il difetto di essere una delle prime, e non solo in Abruzzo, pioniere e scrittrice, particolarmente delicata e raffinata, dell’escursionismo degli inizi del secolo: Maria Leosini (1876 – 1930), che nel 1905 ancora scrive nel suo diario: ” Povera ignoranza, finalmente dopo due ore di attesa che a me pareva secoli, giunse mio fratello Angelo a levarmi da quell’odiosa berlina…”. Si, Angelo, sempre presente, nelle pagine del diario su cui si allungheranno le ombre, strazianti, proprio in quell’anno, di un dramma che fu anche della città di Aquila: tra le balze della Sella del Brecciaio del Gran Sasso d’Italia, Angelo Leosini precipitò, in autunno, a causa di una bufera. Il corpo rimase nel Vallone di Ginepri, fino alla primavera dell’anno successivo. I versi e le descrizioni della Leosini continueranno anche dopo quella tragedia, e si sfumeranno ancora nel tenero ricordo, romantico, del fratello, che continuerà a vivere nelle preziose descrizioni, a volte intimiste, alla scoperta di “luoghi incontaminati”, ancora più interessanti per una giovane appartenente ad una famiglia aristocratica aquilana, che libera tutta la sua passione nel ” viaggio “, alla scoperta di emozioni che solo la natura poteva offrire. Le stesse, che in un altro “angolo” del mondo viveva Eliza Ruhamah, geografa e giramondo, donna tenace, che come Maria aveva scelto di confrontarsi con “l’esplorazione”, anzichè vivere il ruolo di dama vittoriana, poichè ” C’è sempre stata un’avventura appena dietro l’angolo, e il mondo è ancora pieno di angoli”, scriveva un naturalista. Infine, abbiamo scelto un brano, estratto dal suo diario. “…Il sole lentamente scendeva dietro i monti, e con un ultimo raggio dorato, quasi di estremo addio, baciava i picchi bianchissimi della catena del Gran Sasso. Un istante le vette risero d’un sorriso abbagliante, rinchiudendosi poi rapidamente in un velo di bianchissima nebbia, come quelle fanciulle che si accolgono sotto il velo per poi più fervidamente pregare…”. Questa era Maria Leosini.