Quando la pittura nella Conca aquilana diventa narrazione.

L’Oratorio dell’incanto e delle certezze di San Pellegrino a Bominaco.

Testo e fotografia di Vincenzo Battista.

E adesso stupitevi, meravigliatevi, incantatevi, sembrano dire i monaci benedettini che idearono,  commissionarono e fecero eseguire intorno al 1263 un’opera d’arte senza eguali, una sorta di Cappella Sistina ante litteram stipata tra i contrafforti montani e le giogaie che declinano verso i lunghi altopiani ad Occidente del Gran Sasso; nascosta, sembra proprio così, confezionata con rigore e con un linguaggio pittorico narrativo, quasi didattico come voleva allora la Regola; pronta all’uso, tra quei solchi carsici della Conca aquilana e le vie di comunicazione dell’Altopiano di Navelli “Gelida e inospitale, terra di Germania…” così scrivono i viaggiatori. Gioite, strabiliate, rimanete attoniti, sembra dire l’arte benedettina dell’abate Teodino nel vasto ciclo di affreschi, ma non tanto a noi, quanto a coloro che la videro per la prima volta: contadini e pastori, nobili e cavalieri, mercanti e religiosi, e i molti che vivevano a margine della società feudale costituita da quell’uomo medioevale, ci ricorda lo storico J. Le Goff, preoccupato soprattutto della sua salvezza spirituale, afflitto dalla morte, alla continua ricerca di certezze: un popolo schiacciato dalle paure e dai miti, creatore di santi e luoghi mistici, per ripararsi nella fede. San Pellegrino (martire e monaco Cristiano, IV secolo), l’oratorio, a Bominaco(Aq), proprio questo. Tempio delle certezze, Il Verbo che si fa pittura, rifugio e nicchia spirituale,aula in muratura costruita a fianco della Badia di Santa Maria di Bominaco e per i suoi affreschi elevata a corrente pittorica monastica di tipo benedettino, ancora operante nell’Italia centro – meridionale, appunto, oltre la metà del XIII secolo. Antico e Nuovo Testamento, Santi e pellegrini, scene di vita di S. Pellegrino, e poi il famoso calendario Valvense (il mese di aprile, per esempio,  rappresentato da un uomo, in piedi, che tiene in mano due fiori, raffinato, dai modi curtensi, gotici, che rimanda alle miniature dei codici miniati, sembrano risalire a loro, ai copisti amanuensi degli scriptorium delle abbazie) insieme all’Annunciazione, alla Vita di Gesù, ai supplizi dell’Inferno, al Giudizio Finale in una avvolgente, singolare, lezione di pittura religiosa e tecnica dell’affresco che copre ogni minimo spazio dell’aula, evocativa, rettangolare, e della volta sestacuta, appunto, di San Pellegrino. “Se uscite di mattina, da casa, e vedete l’immagine del santo, gigante, state sicuri che non sarete colpiti da improvvisa morte”, recitano due versi, un’iscrizione in latino, sotto una gigantesca pittura di San Cristoforo, alto quanto la parete e dipinto nell’ingresso dell’oratorio. Egli, il referente popolare dell’uomo medioevale, della salvezza, diffuso in questa allegoria nei paesi d’Occidente insieme a San Pellegrino al quale è possibile ascoltare anche il battito del cuore oppure lo scorrere del suo flusso di sangue da una pietra bucata nel foro contornato da due angeli oranti, posta a fianco dell’altare di questo luogo dello spirito. Tornano, quindi, i miti medioevali della religiosità popolare, secolari, che non possono estinguersi, un sigillo, questo del battito del cuore, ma della cultura popolare trascinato nel tempo che finisce per convivere, si mescola con la pittura colta degli affreschi di San Pellegrino, per tornare sui passi, antichi: gli atteggiamenti culturali e psicologici degli uomini nelle zone geografico – storiche che hanno dato forma alle scritture e al pensiero cristiano del Vangelo, ma poi, oltre a questo descritto, irrompe una dimensione alchemica, una filosofia esoterica con le fasi lunari e i segni zodiacali irriverenti, sembrano, ma necessari per i coloni del contado che “guardavano” il calendario valvense con i mesi del lavoro: “messaggio” subliminale, accolto e metabolizzato nel grembo della religione cattolica di San Pellegrino e della sua pittura narrativa in quella diversità, in definitiva,  che porta diritti al popolo minore del contado.

 

Le immagini.

L’Oratorio di San Pellegrino a Bominaco ( Claudsinthesky,SkyscraperCity, Wikipedia), e i particolari degli affreschi narrativi.