La ricerca sul campo, lo spazio sacro del Gran Sasso d’Italia.

Testo e fotografia di Vincenzo Battista.

I centri pedemontani che si appoggino nei due versanti del Gran Sasso d’Italia, quello interno e quello adriatico, che compiono il 5 giugno il pellegrinaggio fino alla sito denominato  “L’acqua di San Franco”, offrono la possibilità di misurare i gradi di partecipazione e solennizzazione di una comunità, dal culto diffuso, che si riunisce intorno al suo simbolo cristiano che ha segnato dalla seconda metà del XII secolo la montagna e i suoi tratti geomorfologici che ancora oggi si connotano di una ricca toponomastica legata alle gesta leggendarie del santo eremita. Le testimonianze raccolte, le interviste sul campo ad alcuni personaggi, interrogati, che si ritrovano nell’annuale penitenziale rito di “purificazione e richiesta”( l’acqua con la quale si bagnano; la richiesta di intercessione) al santo del Gran Sasso, rappresentano l’ideale struttura narrativa per poter accedere alle più intime e nascoste vicende personali delle famiglie, che guardano al santo e alla montagna sempre più con rinnovato rispetto e autentica fede profonda, come si evince appunto da alcuni passaggi della ricerca demo – antropologica. Non deve essere dimenticato inoltre, che la vicenda umana dell’eremita Franco si svolge nell’ ambiente geografico difficile per le condizioni ambientali che accoglie, altre e complesse vicende religiose, all’esistenza di vita del santo, i “segni”, che sono ancora presenti nel paesaggio. Tra questi va ricordato il complesso della grancia cistercense di Santa Maria del Monte a Campo imperatore e l’abbazia di San Crisante e Santa Daria nell’immediata area urbana di Filetto. La ricerca sul campo coglie anche queste due ultime realtà che ben si coniugano con l’esperienza culturale e monastica degli ordini religiosi nell’ambiente del Gran Sasso. La storia dell’eremita e le due strutture economiche – conventuali (Santa Maria del Monte e San Crisante e Santa Daria) trovano dunque una comune lettura a favore di una interpretazione finale che vuole affermare i caratteri della montagna appenninica che ha condizionato i modi d’essere e le strutture economiche diffuse sul territorio del Gran Sasso.