La ricotta gusto e fragranza del mito.

Francesco Santarelli ha preparato la ricotta nella sua azienza di ovini a Bagno, frazione dell’Aquila.

Nella Vigilia di Natale era tradizione offrire la ricotta alla piccola comunità di Bagno. Un rito alimentare di buon auspicio.

Testo e fotografia Vincenzo Battista.

La leggenda mitologica narra che la sirena Partenope aveva ricevuto in dono da sette sorelle i prodotti della terra. La ricotta (dal latino recocta) trasformata dai pastori con il latte della mungitura degli armenti: soffice e fresca, dolce e delicata, bianca di gran pregio amata e ricercata dalla naturale colorazione bianco-neve. Il prodotto latticino cremoso, saporito è preparato nella seconda lavorazione dopo la pasta del formaggio. Conosciuta e consumata già nell’antichità e dalle proprietà nutrizionali. Il sapore della ricotta fresca è leggermente dolce, con un gusto più sapido rispetto ai bovini. E poi gli altri prodotti. La farina energia delle campagne agricole e trasformata così nei mulini ad acqua. Il grano e il latte che dialogano tra loro nel paesaggio e incontrano il mito nei regni della natura. I fiori d’arancio nell’acqua lasciati a sciogliere e dal profumo che si alza dalla terra per omaggiare gli dei. Le spezie ricercate sulle vie dei carovanieri d’Oriente. Lo zucchero e la sua dolcezza che Partenope sparse per il suolo, le nubi e il cosmo. Così la sirena Partenope prese tutti i prodotti, si tuffo nelle acque della sua dimora, risali poi la superfice e offrì le offerte preziose agli dei che amalgamarono tutti i sette prodotti sacri, inebrianti li mescolarono e mentre assistevano al canto soave della sirena Partenope, gli ingredienti divini presero forma nella pastiera che per la sua qualità di fragranza e dolcezza superò il canto delicato della sirena nella primavera del gusto ritrovato.






Il formaggio in essiccazione per la stagionatura.