La secolare lotta tra il bene e il male. Il fotofinish nella chiesa di Santa Maria Assunta, Bominaco.

Testo e fotografia Vincenzo Battista.

Un “fotogramma”, in pietra, scolpito, perché venga imprigionato e resti nel cervello, in quella memoria a lungo termine… Non c’è altro per comunicare nel 1180 e nei secoli successivi, per trasferire alle persone se non l’attimo, appunto il “fotogramma” dell’agnello azzannato da un branco di lupi famelici, attimo  quindi, solo quel momento, solo quell’istante, poiché in quel fotofinish si cela la cosmologia del pentimento, il ruolo della Chiesa, si gioca la salvezza umana: non è sbranato l’agnello, non è caduto, è lì inerme, ancora… “pensateci” è il racconto della pietra, si può fare, sembra dire quella narrazione del bassorilievo in calcare ai fedeli. Convertirsi, sì, in quello “schermo” di fermo immagine, in quella estrema sintesi che si raccoglie nell’ambone osservato  e ammirato della chiesa di Santa Maria Assunta, a Bominaco ( Aq). E la memoria in viaggio, a lungo termine, sarà il Facebook del medioevo giunta fino a noi. Ma poi, lì accanto, nel presbiterio della chiesa, torna la serenità, la pace: il leone tridimensionale, una scultura in pietra, con la testa girata sul fianco, in uno stato di calma, di quiete, con la coda poggiata sull’estremità finale del corpo. Osserva, mansueto, nonostante il peso della colonna tortile a doppia spirale, il peso in definitiva, la sopportazione del bene e del male che si avvolgono, lottano, si alzano sopra il suo corpo, e lui, il leone, può sopportare sembra dirci, questa responsabilità, questo gravame, questo onere: possiamo stare tranquilli…

Le immagini.

Particolari dell’ambone della chiesa di Santa Maria Assunta a Bominaco, e la colonna tortile sorretta da un leone stiloforo.