Testo e fotografia Vincenzo Battista.

L’opificio oltre le descrizioni dialoganti, la sua “tastiera” onirica del mito che genera impulsi e invia “messaggi” oltre la mezzanotte del 31 dicembre.

Dal bacino della “raffota”, nell’oscutità della sera e in quei riflessi dell’acqua illuminata dalla luna piena, prima videro le mani lunghe e affusolate uscire dall’acqua. Poi, lentamente, il corpo da un lungo vestito nero coperto si mostrò interamente sul bordo dell’invaso: aveva scivolato sull’acqua senza toccarla. Quella fugura inquietante con gli occhi di brace si avvicinò quasi danzando su ciglio della porta dell’opificio, ma quando scoccò l’ora della mezzanotte, e il nuovo anno…