L’acqua e la pietra nel mito e nella leggenda delle 99 Cannelle dell’Aquila.

Testo e fotografia di Vincenzo Battista.

I mascheroni delle 99 Cannelle dell’Aquila prendono sembianze umane, cavalieri medioevali che si staccano dalle vasche con le loro pesanti armature, formano un cerchio all’interno del trapezio spaziale delle quinte murarie che custodiscono il monumento dell’acqua. Alzano le spade nella notte di plenilunio, alzano le lame luccicanti dai bagliori della luce e dai riverberi dell’acqua nel giuramento solenne mentre la stessa acqua, che da secoli ininterrotti scorre misteriosamente nelle loro bocche e non se ne conosce la sorgente, così vuole l’arcano segreto, cessa di scorrere, nel silenzio, nel mito e nella leggenda dei destini della pietra e dell’acqua della citta dell’Aquila e le sue genti. (La storia leggendaria scritta da V. B.).

Le immagini dei mascheroni, realizzate alla fine degli anni ’70, prima del restauro della fontana delle 99 Cannelle riconosciuto monumento nazionale e simbolo della città dell’Aquila.