L’antica doratura aquilana nell’effigie del Cristo Morto. La processione del Venerdì Santo a L’Aquila.

Testo e fotografia di Vincenzo Battista.

La doratura a “foglia d’oro”.

La doratura, preziosa pratica decorativa ornamentale diffusa nell’arte bizantina, gotica e rinascimentale con l’apposizione sulle superfici di un sottilissimo strato di oro, la “foglia d’oro”, che conferiva preziosità, luminosità e valore immutato nel tempo.

Questa tecnica, delicatezza e raffinata nel suo procedimento, richiede diverse fasi: scelta di materiali e tecniche esecutive di quell’artigianato artistico praticato un tempo delle botteghe aquilane. La doratura è completata in diversi giorni tanto che le sostanze, il procedimento e la gestualità delle varie complesse e delicate fasi, sono rimaste uguali fin dai tempi dei primi manufatti bizantini.

La tradizione aquilana delle botteghe e degli artisti attivi a L’Aquila e nel contado che utilizzarono la doratura, è possibile ammirarla nelle opere d’arte presso il museo Munda sito nel complesso della Rivera.

 

I materiali e le modalità di esecuzione della doratura.

La scelta del legno, il gesso di Bologna e la colla di coniglio, colla di pesce, il bolo Armeno, cuscino da doratore, coltello da doratore, pennellessa da doratore, la foglia d’oro e la Pietra d’Agata ( brunitoio) infine per levigare la superficie.

 

 

Le immagini.

Le fasi della lavorazione della doratura su una superficie con le preziose foglie d’oro. Francesco La Rosa , artigiano- artista, porta a compimento le fasi della preparazione e infine della doratura.

Il volto di Cristo Morto con le foglie d’oro della doratura, i simulacri della Processione del Venerdì Santo nella Basilica di San Bernardino.

Dall’archivio storico del collezionista Stefano Mazzetta, L’Aquila, sono state selezionate una serie di cartoline d’epoca dell’Aquila. Alcune inedite, rivestono interesse sulle trasformazioni urbanistiche della città.