la Porta Santa di Collemaggio: diaframma, tra il male, l’esterno, quello che si lascia alle spalle senza voltarsi, e il “bene”. ULTIMA PUNTATA

 

In sei puntate, dal 23 agosto fino al 28, Vincenzo Battista percorrerà e ci farà conoscere – in un diario sul campo, tra ambiente, fonti storiche e un reportage in bianco e nero – i luoghi impervi del Morrone dove visse Pietro dal Morrone, fino alla Valle dell’Aterno che attraversò con il corteo pontificio e infine Santa Maria di Collemaggio nella quale fu incoronato Papa con il nome di Celestino V. Un viaggio alla ricerca dei tratti distintivi di una religiosità popolare che con l’ambiente naturale ha creato il mito dell’uomo solitario della montagna eletto al Soglio Pontificio.

L’attraversamento della Porta Santa di Collemaggio
Sesta e ultima Puntata

Testo e fotografia di Vincenzo Battista

Pochi gradini, lastre di pietra, unite tra loro, levigate e consunte dal tempo, calpestate ma anche guardate, quasi indagate con meraviglia, con quel rispetto e timore che si deve ad un rito importante, desueto, che si spalanca, mette in prova la propria persona, quasi a voler scorgere, ricercare, segni profetici incisi sulla pietra, toccata con le mani mentre qualcuno siede lì, si inginocchia, prega: rimarrà così, indifferente, al flusso di gente, continuo, silente, che attraversa la Porta Santa di Collemaggio: diaframma, tra il “male”, l’esterno, quello che si lascia alle spalle senza voltarsi, e il “bene”, “l’attraversamento” materiale, iniziatico accesso privato al Perdono, che sembra non appartenere più a noi, ma ha inizio, in quei pochi metri quadrati.

Dentro quel perimetro spaziale che è il dividendo, il guadagno, il profitto, la rendita, ma solo spirituale, non c’è altro del testamento di un uomo che ha vissuto, prima, la sua vita nell’anacoretismo, il più estremo, nelle grotte, nel raccoglimento e nella preghiera, e da Papa dopo, col nome di Celestino V, per andare “oltre”, con la Rinuncia, e ritornare, nelle meditazioni, nella povertà delle grotte e nelle visioni profetiche.

Un disegno, un ricongiungimento a quella estremità del recinto che è protezione, a quel cerchio che prende forma, la perfezione spirituale, condotta così a compimento: un anello di purezza e di assoluta pulizia spirituale, un anello che immaginiamo avvolga e aleggi nella basilica di Collemaggio, mentre le carrozzelle dei malati entrano, i familiari trovano nelle navate le sedie, nella penombra si uniscono all’attesa della confessione.

Intanto, ai lati della Porta Santa, qualcuno è rimasto lì, tutta la notte appena trascorsa. Il “grande respiro” adesso è continuo, il grande polmone del complesso religioso ha preso a vibrare, per ventiquattro ore, fino alla chiusura della Porta Santa.

La Perdonanza è solo questo luogo certo, centro di gravità assoluto confessionale, indiscusso, poiché la pietà cristiana, un certo tipo di pietà cristiana, consente di cogliere l’elemento che in questa città è una Rivelazione, l’annuncio di una condivisa religiosità popolare in una forza elementare ma da un altissimo principio ideale, quello del Perdono, dell’indulgenza, ma soprattutto la comprensione verso la “persona”, al di là di tutte le qualità psicologiche e culturali, di cui è portatore quell’uomo.

Celestino V, schiude un rapporto riservato a pochi privilegiati, per spalancarlo in modo rivoluzionario, si badi bene, nel ventre della Chiesa, senza più caste, classi o gruppi sociali; censi, rendite o patrimoni; poteri, autorità, doti, superando le mondanità della fede cristiana e i suoi opulenti luoghi di sfarzo e gioghi di potere, per tornare ai valori originali che erano stati sottratti alla Chiesa delle persone.

E’ questa la Bolla del Perdono, “senza tempo”, catapultata nella nostra contemporaneità? Ma chi poteva osare allora, chi poteva teorizzare tanto partendo da un Medio Evo di morte, schiavitù e dolore, e da se stesso, Pietro del Morrone, dai suoi stracci addosso, dai suoi luoghi impenetrabili della montagna e basta, mentre tutt’intorno la Chiesa era cresciuta in connessione con gli Stati, con le armi e il sangue nella mani; imperatori e papi, principi e vescovi che si accusavano e si maledicevano. Ma adesso, provate ad esporlo ad un bambino questo racconto che sembra un fiaba, provate con lui a descrivere la storia semplice, elementare, del Perdono. Che cosa risponderà?