Testo e fotografia Vincenzo Battista.

In viaggio con Luigino Barbati nel bosco di Canale, versante nord del massiccio del Sirente, nei territori dei comuni di Secinaro e Gagliano Aterno dove sono presenti conifere e latifoglie.

Le specie legnose del bosco di Secinaro e Gagliano Aterno, sotto i 1200 metri del comprensorio sono: ginepro, maggiociondolo, robinia acacia, mandorlo, sambuco, acero, frassino, sorbo degli uccellai, bosso, agrifoglio, leccio, rovere, roverella, salice, cerro, pioppo tremulo e pioppo bianco, biancospino, quercia, gelso, sorbo montano, carpino nero e bianco, ciliegio, nocciolo, tiglio, pioppo cipressino, betulla, ontano bianco e nero, melo selvatico.

La tradizione orale di Secinaro.

” Il posto si chiama ” La Portella”, ” la “Preta della Madonna”, un luogo di transito per andare alla montagna del Sirente; quella pietra è il punto dove si è riposata la Madonna, c’è la sua impronta. Questo sentiero si usava per andare a prendere il ghiaccio alla neviera. Qui passavano i mulattieri di Secinaro. Si racconta che era apparsa la Madonna; la gente veniva in penitenza, in processione; sulla roccia c’è l’impronta anche di un mulo e del corpo della Madonna scavato nella pietra; gli anziani si andavano a coricare, a stendere lì. Era un luogo obbligato per il passaggio dei mulattieri. Passavano per andare a fare gli aratri, i basti in legno, gli utensili. ” Le Guadanelle” sono una zona di Secinaro: tutte valli che scendono dalla montagna. Sono state chiamate così dalla gente di Secinaro perchè si trascinava la legna fino sotto la strada. L’ultimo taglio alle “Guadanelle” è stato fatto circa 50 anni fa; l’ho sentito raccontare. Il taglio del bosco, prima, si faceva con l’accetta, con l’ascia: ogni tre, quattro metri si lasciava una pianta: se la pianta era buona, anche ogni dieci metri. Controllava la forestale. Il taglio è stato fatto alle “Guadanelle” dopo decine di anni: l’area da taglio è di circa 50 ettari (1996): ci si potrà tornare tra 25 anni a tagliare. In quelle zone si può entrare solo con i muli, i cavalli e con i cavallari esperti per prendere la legna e portarla all’ imposta. Per caricare l’animale usiamo un asse di legno che si chiama “caricatora”, un bastone che blocca il carico sul lato del mulo; mentre con la corda si fanno i nodi che si chiamano ” ganci della caricatora”, gli acqueoli”.

Santilli Antonio, classe 1931, Secinaro, 15.4.1996. Brano tratto dal libro ” La via dei carrettieri”.






L’autunno della Madonna in viaggio nei boschi di Secinaro. La pietra miracolosa nel passo della
” Portella”.

La pietra e le sue impronte, le edicole sacre scavate nella roccia della falesia che sovrasta il luogo religioso e di culto della comunità locale.

La Pietra della Madonna.

Il cibo e i piatti tradizionali preparati da Luigino Barbati, Secinaro.

Il paesaggio e i beni alimentari si uniscono e restano una costante nella cultura alimentare del borgo di Secinaro.