Testo e fotografia Vincenzo Battista.

Lungo il tracciamento delle fondamenta del Castello Cinquecentesco spagnolo (la costruzione iniziò il 30 maggio 1534 , il costo di 400.000 mila scudi gravato sulla popolazione aquilana), nel suo perimetro di basamento interno, i cunicoli si estendono sull’intera area del periplo fortificato con mura di oltre sei metri di spessore. Gli incursori, proviamo a chiamarli così, avevano il compito di minare soprattutto i bastioni, le fondamenta appunto, con cariche esplosive di alto impatto distruttivo. La metodica prevedeva di scavare un tunnel per la collocazione dell’ordigno a miccia lenta. Le gallerie interne o tunnel avevano lo scopo di fronteggiare l’offensiva proveniente dall’esterno del bastione con le linee di fuoco delle feritoie poste alla base del castello. Le gallerie delle contromine permettevano lo spostamento rapido delle milizie a difesa di un punto vulnerabile che era stato ampiamente previsto nella progettazione del forte. I cunicoli erano ricavati nelle fondamenta per intercettare gli assalti a fuoco, a raso, e anche per osservare a vista i militari nell’atto questi di piazzare le cariche esplosive. Nei sotterranei i pattugliamenti erano continui e costanti, e con le torce accese le milizie spagnole attraversavano i tunnel e si piazzavano negli slarghi predisposti in attesa di ordini. Potevano osservare (con le feritoie) ma anche ascoltare (con aperture strombate) il fitto e complesso lavoro di preparazione dall’esterno per armare e far esplodere le mine. I cunicoli sono larghi 90 centimetri e si sviluppano per oltre 200 metri. Molto resta ancora da esplorare. Le prese d’aria verticali e le bocche di lupo permettevano, all’interno dei camminamenti, lo sfogo della polvere da sparo e la sua uscita del gas quando gli assediati dovevano respingere con i cannoni le truppe nemiche. Nella cortina difensiva la progettazione militare aveva previsto ” l’ascolto” per i guastatori esterni: un espediente architettonico di aperture lombate che come un eco richiamavano dall’esterno le voci, e pertanto permettevano di pianificare le strategie difensive.