Testo e fotografia Vincenzo Battista.

Due figure dialoganti, ma rese enigmatiche nella loro ipotesi di decriptazione. Chiesa di Santa Maria Capodiserra, interno, navata destra, parete meridionale. Il nome Capodiserra, nel contesto urbanistico di Barisciano ( AQ ), a settentrione del borgo, allude ad un luogo di culto, confine, antropizzato che segna una sorta di spartiacque con la foresta, la serra appunto, sito – limite del luogo di culto. Oltre questo contesto, i destini degli uomini da amministrare con la fede. La Madonna con il Bambino a sinistra nella composizione dell’affresco e la Madonna della Misericordia si fronteggiano. Siamo, nella datazione incerta, nel corso del Duecento. Le due figure sono iscritte in un riquadro a listature policrome e dentelli chiaroscurali che provano a fornire una sorta di prospettiva compositiva aggettante. La Madre dalle fattezze contadine, popolana nei tratti, sorregge il Bambino, lievemente assume la forma seduta su un cuscino finemente lavorato con segni allegorici e grafici  che sembrano richiamare la lavorazione a tombolo; lei, con le ginocchia, allude ad un moto elevatorio, soprattutto il sinistro, per mantenere suo figlio in equilibrio nel sostenere il cartiglio e porgerlo per la lettura alla Madonna della Misericordia dalle fattezze del viso viceversa austere e regali con una corona allestita con foglie di acanto. La pittura bizantina, tratti con lunghe pennellate severe imbevute di colore, – si noti il lapislazzuli prezioso – angolari e scabre, campiture di colore che cercano, nella veste abbondante, per esempio, un movimento dinamico nella Madonna del Bambino. In alto l’icona del Dio benedicente (vedi Giotto, composizione “Rinuncia agli averi”, Assisi), in un semicerchio con la traccia della Colomba e dello Spirito Santo. Rappresentazione devozionale con due cartigli della teologia che elogiano la predicazione in versi. La composizione iconografica mette a confronto il concetto della Madonna della Maternità che mostra il figlio, insieme, nella lettura pittorica, alla Madonna di Misericordia, quasi a voler creare un ponte spirituale e anche di fascinazione, soprattutto inedito nel contesto del contado. La Madonna della Misericordia (vedi Piero della Francesca, poi, nel Rinascimento), allarga il suo mantello, un linguaggio metaforico, protegge i suoi figli ( volutamente di dimensioni ridotte e sottostanti alla sacralità) consacrati nel Verbo incarnato, designa l’indulgenza, semanticamente promuove la riconciliazione in nome della fede con un francescano che gli pone, con grande deferenza, il cartiglio. È questa una pittura con l’affresco recante una sintesi per i fedeli portatori di ex voto e grazia ricevuta nell’edificio religioso, preoccupata infine più di evidenziare il messaggio divino che piuttosto di insistere nella finitura delle linee e dei campi cromatici pittorici da sostanziare. Ma siamo comunque nella cultura bizantina, tra poco Giotto e la sua rivoluzione nella percezione della fede unita questa volta al valore della pittura.