Le Ultime di Celestino V
Sarà permanente la mostra “Le Ultime di Celestino V” di Vincenzo Battista presso il Monastero di clausura delle Suore benedettine-celestine di San Basilio dell’Aquila.
La mostra, che nell’ambito del programma ufficiale della 712.ma Perdonanza Celestiniana ha avuto un significativo successo di presenze (circa duemila) in soli otto giorni, è uno delle iniziative cardine del progetto “Cordata per l’Africa” teso a raccogliere fondi per la Missione in Africa, intitolata a “Celestino V”, impiantata dalle Suore di San Basilio quindici anni fa nella Repubblica Centrafricana, a Bangui. Una Missione che si dibatte tra mille difficoltà legate soprattutto alla mancanza di fondi per realizzare un pozzo per captare l’acqua.
Le Suore di San Basilio avevano espresso subito il desiderio di poter disporre in modo permanente, come una sorta di memoria, i trenta pannelli di foto che le ritraggono, in artistici scatti in bianco e nero (i “colori” della loro caratteristica tonaca), nei vari momenti della vita monastica anche perchè negli scatti sono immortalate “sorelle” che oggi non ci sono più. La richiesta è stata ovviamente accolta dall’Autore che ha donato l’intera mostra al Monastero. Cosicchè i pannelli sono stati già trasferiti dal locali del “Parlatoio” (all’ingresso del Monastero lì dove esiste ancora la “ruota”) in quelli più spaziosi e più interni del “Refettorio”. La mostra sarà comunque fruibile dai visitatori.
“Le trenta immagini- spiega l’Autore nella presentazione della mostra realizzata in collaborazione con la Carispaq-,”istantanee”, “pose”, e anche reportage di brevi viaggi fuori dalla clausura (concessi dall’Arcivescovo Metropolita dell’Aquila con speciale dispensa), ritraggono l’eccezionalità, l’evento, il desueto delle suore celestine che si recano in visita a due appuntamenti geografici, spirituali, una sorta di mappa dell’identità, la loro stessa ragione di esistenza: l’eremo di Celestino V, a metà costa del monte Morrone, raggiunto, dopo molto tempo a piedi, attraverso l’impervio sentiero e la basilica di Collemaggio, dove riposano le spoglie del Papa del Perdono”.
Ecco la presentazione della mostra nelle parole dell’Autore, Vincenzo Battista:
La legatoria, il refettorio, l’orto, le preghiere, le visite all’eremo di Celestino del Morrone e alla basilica di Collemaggio. Ma il pensiero, l’attesa di notizie, l’ansia verso le Sorelle della missione nella Repubblica Centrafricana, e i derelitti che si accalcano, aspettano, nel portico del monastero di Celestino V, ai margini della foresta, quel pensiero, non è possibile renderlo icona, visualizzarlo in immagine, raccontarlo con i linguaggi narrativi della fotografia. Quel pensiero che viene dritto dal mondo della clausura, non lo conosceremo mai.
Le trenta immagini, invece “istantanee”, “pose”, e anche reportage di brevi viaggi fuori dalla clausura (concessi dall’Arcivescovo Metropolita dell’Aquila con speciale dispensa), ritraggono l’eccezionalità, l’evento, il desueto delle suore celestine che si recano in visita a due appuntamenti geografici, spirituali, una sorta di mappa dell’identità, la loro stessa ragione di esistenza: l’eremo di Celestino V, a metà costa del monte Morrone, raggiunto, dopo molto tempo a piedi, attraverso l’impervio sentiero e la basilica di Collemaggio, dove riposano le spoglie del Papa del Perdono.
Ho conosciuto e “toccato” l’Africa dell’Eden primordiale, così spesso descritta, fuori dalle rotte turistiche, ma soprattutto l’Africa che respira il lamento, l’Africa della dignità nei villaggi di capanne che non chiedono elemosina, l’Africa dei bambini, tanti, a cavalcioni sui fianchi delle madri, o dentro fagotti di panno, alle spalle, portati così per lavorare i campi sterili e percorrere infiniti chilometri di notte per raccogliere l’acqua, mentre intorno il tempo sembra fermo, immobile: lì l’uomo si è arreso davanti alla disperazione, alle paure, alla rinuncia di quella umanità delle malattie, delle guerre, dei disastri ambientali e degli stenti senza fine.
Ma una goccia d’acqua in quelle immense terre arse si è messa in cammino da tempo: dal monastero di San Basilio dell’Aquila costruito dentro le mura, sulle acque lussureggianti della città nuova, così chiamata, medievale, allora di frontiera; ha iniziato il suo viaggio, senza clamori, alla volta dell’Africa e della missione nuova delle suore celestine.
E dentro questa goccia, alla fine, ci siamo ritrovati certo, marginalmente, ma è iniziato anche il nostro “viaggio” nuovo. Con il progetto no profit “Cordata per l’Africa”, costruito insieme ad Angelo De Nicola nei mesi scorsi (i proventi del suo nuovo romanzo “La missione di Celestino” saranno devoluti al monastero in Africa), è stato avviato il tentativo, insieme ad altri impulsi paralleli per la raccolta di fondi, di rendere contemporaneo, attuale il Celestino V “nuovo”.
Un particolare ringraziamento infine a Francesco Maria Narducci per la collaborazione alla realizzazione della mostra.
Vincenzo Battista