Le pietre tolte dalla montagna.

Testo e fotografia di Vincenzo Battista.

Sembrano sculture , Land art , forma d’arte contemporanea che si caratterizza dall’intervento diretto dell’artista sul territorio ma, le “forme” invece, che segnano il paesaggio del Passo delle Capannelle, si iscrivono in una secolare sfida alla montagna. Lo spietramento consisteva nel bonificare le terre d’altura, renderle fertile e alzare cumuli di pietra, recinti poi, camminamenti per le mandrie, termini di confine, casette d’altura. La pietra quindi, dopo il lavoro di sottrazione nei campi del Gran Sasso, diventava una risorsa del costruito : le capanne a tholos per il ricovero anche di intere famiglie che lavoravano nella stagione estiva i campi e governavano le mandrie. Le pietre, così disposte nel paesaggio, oggi sono un sigillo identitario, monumento al lavoro senza scrittura, senza appartente memoria, lascito di una epopea secolare di uso e gestione della montagna di cui abbiamo forse perso le tracce, insieme a quell’identità costitutiva degli uomini, la sola, necessaria, indispensabile per raccontare le storie e la storia.