La Cultura Degli Oggetti
Anno 1984
Il livello mnemonico del territorio ha la sua maggiore capacità di influenza e penetrazione nel momento in cui l’esperienza vissuta è causa determinante della creazione di “azioni” che trovano nell’oggetto una loro concretizzazione estetico-formale. Il lavoro di ricerca si è svolto in un’area precisa, dove i materiali: legno, pietra, ferro, esprimono una collocazione fisica e una soluzione ideale alle proprie necessità. La pietra con le cave è collocata in un suo percorso, e così insieme al legno e il ferro, diventando attraverso gli oggetti “elementi primari”.
“…In un area ristretta dell’aquilano vengono in luce attività e comportamenti che hanno segnato la storia delle comunità agro-pastorali; i punti nodali del lavoro sono i luoghi di socializzazione: le aie, il mulino, il frantoio, lo stazzo, qui si affinano le tecniche e si costruiscono i rapporti interpersonali…”
Brano tratto dalla nota introduttiva di Tito Spini
Pagine: 168
Capitoli: 12
Formato edizione: 22 x 24
Anno: 1984
Area geografica: analisi condotta in un paesaggio vasto che va da Campostosto (AQ), nell’Alto Aterno fino al territorio di S. Benedetto in Perillis, estremo lembo montuoso dell’ altopiano di Navelli (AQ).
Contenuto: la ricostruzione storica richiede una articolazione pluridisciplinare in cui al recupero degli oggetti attraverso la conservazione museale, devono parallellamente procedere studi e ricerche tendenti ad accertare i legami che questi oggetti hanno o hanno avuto con il patrimonio della regione.
La ricerca: un vasto territorio con una superficie di kmq 180317 è stato percorso per accertare in una campagna di rilevazione la consistenza del patrimonio degli oggetti d’uso e delle tecniche, le permanenze, la memoria.
Il volume, l’interno: disegni e rilievi metrici sul campo, fotografie in bianco e nero, testi, mappe storiche, immagini d’epoca, documenti di archivio, carte catastali, ricerca antropologica.
Edizione: Collana di Studi Abruzzesi. Consiglio Regionale dell’Abruzzo. Ufficio di Presidenza.