L’orto nell’agro di Amiternum e nelle anse del fiume Aterno.

Il De Re Rustica, da Columella a Publio Silvino, un agricoltore suo vicino di casa. Nell’introduzione al trattato spiccano queste significative parole: “Io odo spesso gli uomini principali di Roma lagnarsi, chi della sterilità dei campi, chi dell’intemperie dell’aria nociva alle biade da lungo tempo in qua; e finalmente alcuni di loro, volendo addolcire le querele con qualche ragione, mostrarsi di parere che il terreno per l’abbondanza dei passati secoli affaticato e spossato, non possa oggidì somministrare agli uomini gli alimenti con la cortesia de’ primi tempi. Quanto a me, Publio Silvino, tengo tutte queste ragioni per lontanissime dalla verità.”

Lucio Giunio Moderato Columella, nato probabilmente a Cadice da genitori romani nel 4 d.C. e morto intorno al 70 d.C., è il più importante scrittore di agricoltura dell’epoca imperiale romana.

Un lembo di terra adiacente al fiume Aterno – tra il teatro e l’anfiteatro di Amiternum – che disegna in quel tratto una estesa ansa, è stato ceduto da Stefano Mazzetta ( imprenditore agricolo) per la realizzazione di un’orto. Per me un’esperienza unica, non solo per la coltivazione degli ortaggi, ma soprattutto per quella terra che rilasciava frammenti e testimonianze dell’antica città sabina. (V. B.)