Testo e fotografia Vincenzo Battista.

I grandi maestri in mostra : Masaccio, Crivelli, Signorelli, Bellini, Perugino Tiziano, Veronese, Tintoretto, Guercino, Reni, Canova, Hayez, Delacroix, Previati, Chagall, De Chirico, Guttuso, Melotti, Sutherland e tanti altri. In oltre documenti, manoscritti, stampe e sculture nella formazione dei modelli divulgativi nel medioevo sul personaggio Maria. Dall’Ellenismo al Novecento il percorso della mostra. Maddalena resta il mistero di una donna di nome Maria, avvolta dal culto arcano e celato, enigmatica. Il suo nome in Israele è Myrian in ebraico. Maryan in aramaico. Maria in greco. Figura avvolta e travisata dalla storia per il suo ruolo, fondamentale nel racconto della vita di Gesù di Nazareth: la morte in croce, la sepoltura, la resurrezione, la scomparsa del corpo, l’annunciata resurrezione. Lei è presente, un’ombra, una presenza silenziosa e defilata ma fondante per le azioni che compie. Il suo toponimo in ebraico: ella sta, torre, determinata e ferma. Discepola dall’inizio, Maria Maddalena con altre donne segue le vicende di Gesù fino al Golgota. Letteratura, arte e cinema hanno tributato e dedicato una quantità enorme di opere, ma resta il mistero dell’estetica del dolore intimo che prova, trascinato nella prospettiva antropologica mai resa. I suoi lunghi capelli sciolti e biondi della prostituzione e del peccato, emendato però, che adesso sono ai piedi di Gesù insieme al suo corpo disperato che chiede perdono ( Masaccio su tutti). Nella mostra le opere esposte tentano di decriptare l’ideale, la sua immagine nella figura del peccato, del pentimento, fedeltà e sofferenza, amore, ossessione, fecondità, sapienza, peccato, carnalità e santità. L’esposizione delle opere è una trama narrativa, la storia dell’arte sovrappone il suo volto nei secoli nel descriverla. L’atteggiamento, l’ identità che assume è nella continua ricerca visiva della pitture e della scultura, in definitiva il sentimento degli autori nel proprio tempo…