Testo di presentazione della ricerca : I pastori della Maiella.
Misurarsi con una realtà socio – culturale.

Un testo inedito della ricerca sul campo, anno 1982, di Vincenzo Battista e Bruno Ramunno

Fotografia Vincenzo Battista.

Il ricco lavoro di ricerca costituito da immagini, rilievi metrici, disegni, testi, tradizione orale e rilevazioni ambientali.

Ai piedi dell’Himalaia il governo indiano per ragioni strategiche, negli anni ’50, decise di costruire la nuova capitale del Punjab: sarà Chandigarh, per contrapporla a Laore, la capitale del nord Pakistan che, per la sua pressione economica, politica e militare, fronteggiava tutta la zona dell’altopiano in cui si muovevano i sikh, pastori nomadi delle steppe. Fu chiamato un grande, il più grande architetto: Le Corbusier.
Con altri allievi ero coinvolto nel programma. Un inatteso ostacolo stava mettendo in forse tutto il disegno previsto dal potere politico. I pastori sikh proprio nel territorio scelto per la costruzione della città avevano da sempre stabilito le loro zone di incontro, per il pascolo di transumanza, ma soprattutto lì erano gli indispensabili pozzi per abbeverare le mandrie e le greggi.

I sikh si opposero all’occupazione delle terre e la rivolta fu sconfitta, oltre che dall’intervento dell’armata, avvelenando i pozzi, costringendo la loro economia, distruggendo le loro consuetudini, seppellendo una tradizione di millenni.
A questa cultura agro-pastorale, in equilibrio se pur difficile con l’ecosistema, Le Corbusier, in soli quattro mesi di permanenza in luogo, a quella cultura ha sostituito un vuoto monumento al funzionalismo, sia nel tracciato viario, che nel tessuto abitativo. ” L’enfasi posta sulla rete stradale, l’assurdo standard dei servizi, la bassissima densità del tessuto urbano tipica delle città – giardino sono gli elementi che caratterizzano Chandigarh più che come centro urbano dell’India, come città del funzionalismo europeo. Oggi risulta non un nucleo integrato, ma un insieme di piccoli villaggi separati da autostrade deserte, attorno ad un enorme centro amministrativo anch’esso deserto”.

I pastori sikh sono ancora oggi, a trenta anni di distanza dalla fondazione della città, in lotta con il governo centrale. Proprio di recente i giornali italiani danno notizia di disordini che avvengono nel Punjab provocati dai pastori per reclamate l’autonomia e la propria identità culturale. Sono tornato venti anni dopo, l’aereo che da Delhi mi conduceva a Chandigarh ha dovuto attendere più di un’ora per atterrare, tanto c’è voluto per sgombrare la pista che le pecore avevano invaso. Come architetto entrato in crisi su questo progetto di Chandigarh, ho scelto strade diverse, tra le altre, quella della ricerca etnografica e antropologica. L’episodio, certo non reclamizzato dagli esegeti dell’architettura moderna, l’ho voluto ricordare come esempio aberrante della gestione del potere…

…E’ necessario invece, utilizzare quei canali resi disponibili dalle amministrazioni decentrate, per toccare con la ricerca le minute realtà locali e invertire la tendenza all’uniformità e all’appiattimento invalsa nell’attuale pianificazione, evidenziando il bisogno di identità culturale delle minoranze alla formazione dei progetti di intervento. Conoscere e vivere la realtà. Ma anche concorrere attivamente a formarla, questa tra le prospettive della ricerca, specie nel versante demologico…
…L’analisi e lo studio su un nucleo di pastori della Maiella che presentano Vincenzo Battista e Bruno Ramunno in rapido mutamento. I vecchi pastori muoiono o abbandonano, e i giovani non vogliono affrontare questo mondo duro e troppo lontano dal modello proposto dalla società industriale.

Un mondo comunque estremamente ricco di esperienze e culture, come risulta dalle analisi condotte dai due autori. Un mondo che ha saputo darsi regole associative, codici di comportamento, sistemi economici autonomi. Ma a quali condizioni di vita?
La transumanza, la permanenza agli alpeggi, i ridotti margini di guadagno costringevano i pastori alla pura sopravvivenza in situazioni oggi certamente inaccettabili, questo il lavoro di Battista e Ramunno.

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L’importanza della transumanza nella regione Abruzzo, come evidenzia la ricerca, va sino alla protostoria, con una grande emergenza nell’epoca romana e uno sviluppo ancor più marcato nel periodo medioevale con l’organizzazione dei tratturi, le strade della transumanza segnate dalle stazioni francescane e dalla dogana imperiale sino alla Puglia e alle campagne del Lazio. Queste vie di comunicazione tra cultura diverse restano per lungo tempo le poche aperture tra le chiuse aree abruzzesi e il mondo esterno, favorendo il crearsi di numerosi centri di grande interesse commerciale e culturale lungo gli assi di penetrazione.

Tito Spini, antropologo
L’Aquila, anno 1982