Testo e fotografia Vincenzo Battista.

L’arte a partire dal XII secolo con Andrea di Nerio, Rossellino, Bartolomeo della Gatta, Giorgio Vasari, Giuliano Vangi, Luca della Robbia. La galleria espositiva riassume il linguaggio dei Beni culturali nell’area aretina. Oggetti e pitture della comunicazione sacra con suppellettili e liturgici tra storia, arte e devozione. I crocifissi del XII – XIII secolo in legno dipinto. Le serie di Turiboli (XIII secolo) in bronzo delle botteghe aretine. Il reliquario di San Giacomo, le tempere su tavola di Andrea Nerio (Annunciazione), la Madonna con il Bambino, la Pace di Siena, il polittico con la Madonna e il Bambino, le croci astili, le predelle di Luca Signorelli, San Girolamo di Bartolomeo della Gatta dai chiari segni interpretativi che portano a Piero della Francesca. Lo stendardo devozionale di Giorgio Vasari, il Grande Tondo databile nel 1557, la predella con le storie di David: si entra così nella stanza a lui dedicata nell’ambito della galleria espositiva. La sala è interamente dedicata al manierista Vasari con il Battesimo di Cristo, Madonna della Misericordia, Gesù Cristo in casa di Maria e Marta. Gli altri ambienti rappresentano, come si diceva, gli oggetti liturgici, i paramenti sacri. I tre antichi crocifissi lignei, i libri miniati, gli affreschi, le opere in terracotta del popolo aretino che ne ha osservato per secoli la venerazione. Mudas. Museo Diocesano, collezioni dal XII al XVI secolo. Il Rinascimento aretino è rappresentato da opere pittoriche di forte tensione religiosa. Papa  Gregorio X morì ad Arezzo nel 1276 e qui si svolse l’elezione del suo successore. Nel 1275 si fermò ad Arezzo, ospite del vescovo ad Arezzo e signore della città Guglielmino degli Umberti. Dal 1248 all’11 giugno 1289 Guglielmino degli Ubertini è stato non solo il vescovo ma anche il Signore di Arezzo, tra potere civile religioso e spirituale, ma anche il condottiero alla testa dell’esercito aretino nella battaglia di Campaldino. Le stanze del soggiorno del papa erano collocate al piano nobile, e completamente affrescate con scene di lotte e battaglie, di beltà, passioni e conversioni, muse ispiratrici, narrazioni tratte dal Vangelo, santi – eroi e infine il trionfo del bene sul male con la benedizione apostolica. Il pontefice, nella Curia vescovile, aveva intorno la grande pittura nel salone dove riposava, con la volta a cassettone realizzata dagli artigiani aretini e affrescata alle pareti nella diffusione del Credo cristiano.