Quando il paesaggio storiografico diventa leggenda.

Fotografia di Vincenzo Battista.

«Mentr’era Papa, San Pietro Celestino studiò le opere di Ovidio ed appurò che tra le macerie della villa del poeta alle falde del Monte Morrone stava nascosto un gran tesoro. Pensò di fabbricare la Badia di Santo Spirito, nelle vicinanze di Sulmona; e si fece fare perciò un disegno bellissimo.

«La gente che vedeva il disegno diceva: – Santo Padre, come farete a terminare una fabbrica tanto grande? – Rispondeva allora il Papa: – Pietre e calce potranno mancare; ma non ci mancheranno i quattrini. – Nessuno sapeva che il Papa poteva disporre di un tesoro che non finiva mai.

«Il Papa rinunciò ad essere Papa, si partì da Roma, e tornò alle falde del Morrone, dove aveva fatto penitenza. Poi, di notte, andò a cavare il tesoro; e cominciò a trasportare denari nel luogo dove doveva fabbricare la Badia.
«Si cominciò la fabbrica. Ci volevano quattrini con la pala, ma i quattrini non mancavano. San Pietro, ogni sabato che doveva dare la paga agli operai, andava a prendere tre sacchette di oro e tre di argento.
«Quando la Badia fu terminata, il tesoro si racchiuse. E nessuno più ha potuto sapere il punto preciso come sta e come si fa a prenderlo.
«Fatta la Badia, che se ne doveva fare San Pietro del tesoro? Il tesoro dell’anima già lo possedeva; e quello bastava»

Anne Macdonell, viaggiatrice. Sulmona, Scanno e la Valle del Sagittario, estratto da Negli Abruzzi, anno 1908.