Fotografia Vincenzo Battista.

Già proprietà di una delle più importanti famiglie della città, il Palazzo venne eretto nella seconda metà del XVII secolo trovando il suo completamento soltanto nel primo decennio del secolo successivo. Il Salone e le quattro grandi sale furono affrescati da Domenico Maria Canuti, Giuseppe Maria Crespi, e Donato Creti, in un percorso che si snoda attraverso cinquant’anni di pittura toccando i principali protagonisti della pittura bolognese d’età barocca che da un lato recupera, con l’aggancio alla fase matura di Canuti, l’età post-reniana, dall’altro preannuncia con Crespi e Creti sviluppi pienamente settecenteschi. Le sale ospitano una significativa selezione della quadreria Zambeccari, fra le più importanti della storia pittorica della città. Sono presenti opere dei capiscuola della pittura emiliana come Lodovico Carracci, Guercino, Albani e Crespi, ma ancora Passerotti, Tiarini, Mastelletta, Franceschini, Pasinelli e Creti. In più vi si contano alte testimonianze di scuole pittoriche non regionali come la fiorentina, la genovese, la veneta e la napoletana con opere di Mattia Preti, Luca Giordano, Bernardo Strozzi, Palma il Giovane, Sebastiano Ricci e Piazzetta. ( Mibac ).

Sede distaccata della Pinacoteca Nazionale, è noto anche con il nome di Palazzo Pepoli “Nuovo”, per distinguerlo dal “Vecchio”, la dimora trecentesca della famiglia Pepoli collocata sul lato opposto di via Castiglione. Costruito a partire dagli anni sessanta del XVII secolo per volere di Odoardo Pepoli, il nuovo palazzo fu pensato come una residenza signorile, moderna e sfarzosa, adeguata a rappresentare il prestigio sociale raggiunto dai Pepoli che, prima commercianti di stoffe e in seguito cambiavalute e banchieri, si erano notevolmente arricchiti fino a diventare una delle famiglie senatorie più in vista di Bologna.

La costruzione del palazzo, di cui non è noto il nome del progettista, iniziò dal monumentale scalone, imponente ed elegante, spazio scenografico funzionale al cerimoniale che caratterizzava la società aristocratica barocca e che collega direttamente il cortile al salone d’onore. Sulla volta dello scalone, all’interno di ricche cornici di stucco, si possono ammirare i due ovali affrescati da Domenico Maria Canuti nel 1665 che raffigurano Taddeo Pepoli nominato signore di Bologna e Taddeo Pepoli confermato vicario apostolico dal papa.

Il piano nobile, donato da Edvige Campogrande al Comune di Bologna e ora gestito dal Polo Museale dell’Emilia Romagna, ospita una serie di sale splendidamente affrescate dai principali protagonisti della grande decorazione bolognese tra la seconda metà del Seicento e gli inizi del secolo successivo: si va dal salone d’onore con la trionfale Apoteosi di Ercole di Canuti, alla Sala di Felsina, con le pitture composte e aggraziate dei fratelli Rolli; dalle sale delle Stagioni e dellOlimpo, dove l’irriverente Giuseppe Maria Crespi contamina la decorazione celebrativa con i modi della pittura di genere, all’elegante classicismo della Sala di Alessandro di Donato Creti.

Gli ambienti del piano nobile ospitano alle pareti alcuni dipinti della quadreria Zambeccari, la ricca collezione destinata alla pubblica fruizione a fine Settecento dal marchese Giacomo Zambeccari ed entrata a far parte delle raccolte della Pinacoteca nel 1884. (Pinacoteca Nazionale, Bologna).