Qualcuno bussò alla porta…
Testo e fotografia di Vincenzo Battista.
La neve, quell’anno del sei dicembre, aveva coperto le strade cordonate, le piazze e gli slarghi del paese di Castel del Monte, fino ad ammassarsi sulle porte, ricoprirle e raggiungere quasi le piccole finestre con le grate in ferro. Da una di queste piccole aperture, un uomo anziano, con la barba, vestito di stracci, bussò al vetro: chiedeva un ricovero e un pezzo di pane che molti, nel paese, gli avevano negato. La porta, a fatica, venne aperta da una donna e un bambino di sei anni. L’uomo poi entrò e prima di coricarsi a fianco del camino, la madre, dalla madia della cucina, prese l’unica pagnottella rimasta per sfamare quel vecchio, stanco e taciturno. Narra ancora la leggenda che l’indomani, quando la donna scese in cucina, avvertì subito l’odore di pane sfornato e vide che l’uomo era andato via, ma la fragranza del pane che intanto aveva avvolto la stanza, con l’odore sempre più forte, la portò dritta alla madia e quando sollevò il coperchio in legno osservò con grande meraviglia, all’interno, tre piccoli pani che iniziarono a moltiplicarsi. Dal vicinato tutto il paese accorse per l’evento, per vedere il pane del miracolo, sfamarsi, prendere poi le “panette” e portarle nelle case del paese nel nome del vecchio San Nicola, modello itinerante di santità, viaggiatore, grande taumaturgo, dall’alto patronato per l’infanzia che aveva attraversato la diffidenza e la povertà del borgo del Gran Sasso. “Come un credito per chi chiede le panette, è come un debito per chi dà il pane”, recita, e si racconta ancora, con questa formula, il patto popolare, l’alleanza, la solidarietà, che ogni anno si rinnova, da tempo immemorabile, nella piccola comunità di Castel del Monte.
Immagini. Il borgo di Castel del Monte (Aq).