Testo e fotografia Vincenzo Battista.

Misteriosa, magnetica e mediatica, come una cabala ascetica, attira nella sua imponenza e “impotenza” di possederla a tutto tondo. L’architetto catalano Gaudì, che lavorava por le lobby aristocratiche della sua regione, prima del 1882, inizio la sua impresa ripresa poi da altri architetti fino ai giorni d’oggi e a tuttora resta un’incompiuta. Gaudì viveva da eremita nel cantiere che crebbe grazie a donazioni dei fedeli. Modernismo catalano, architetto dell’impossibile, Gaudì è il progettista di un’opera velleitaria, fuori dai contesti dell’Europa nella ricerca di forme e linguaggi dell’architettura. La Sagrada Familia, la Basilica moderna, si ispira al verticalismo, alle cattedrali gotiche, al gusto del superfluo del Modernismo e delle sue mode effimere. Modellata in forma plastica, sinuosa e accattivante, e pertanto questo restituisce una visione attrattiva e conturbante. Ancora oggi in attesa di essere terminata, assume anche il valore di icona dell’occulto, del magico – propiziatorio, incarna misteriose ragioni del “non finito” misterico – religioso. Un modello di architettura che attrae come una sorta di luna park, mediatica e dirompente la Sagrada Familia, e forse è questo il senso della cattedrale religiosa nel deserto di una Barcellona divenuta città di tendenza, anticlericale, anarchica e molto avanti nei diritti civili tanto da relegare il cattolicesimo in un ruolo marginale.